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Ungheria contro Soros e Unione Europea
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Stati uniti d'europa di Redazione
14 luglio 2017 14:28
 
 Il governo dell’ungherese Viktor Orban ha fatto un passo in piu’ nei suoi attacchi a George Soros. Questa volta ha intrapreso una campagna pubblicitaria contro l’immigrazione, incentrata sul multimilionario di origine ungherese, molto critico con il primo ministro Orban e le sue politiche. L’esecutivo ultraconservatore e nazionalista del Fidesz, ha fatto installare migliaia di annunci nei media e cartelli in tutto il Paese con la fotografia del filantropo sorridente, e la scritta “Che Soros non rida per ultimo!” nonche’ diverse scritte di appoggio ai provvedimenti per il respingimento dei migranti. Un gran numero di voci critiche hanno ricordato che questi cartelli evocano immagini antisemite (Soros e’ di radici ebraiche) degli anni 1930, che presentavano gli ebrei come manipolatori politici. Tanto che la principale organizzazione ebraica d’Ungheria e lo stesso Soros hanno denunciato che si tratta di propaganda che alimenta l’odio contro gli ebrei, cosa che il Gabinetto di Orban nega categoricamente. Dopo una settimana di polemica nazionale ed internazionale, l’Esecutivo ha annunciato che sabato ritirera’ i cartelli, anche se esclude che si tratti di una marcia indietro, fino a quando la campagna sara’ terminata.
Questa nuova iniziativa di Orban contro Soros, nato a Budapest 86 anni fa, e’ solo una delle tante contro il filantropo ungherese-americano, che negli anni Novanta aveva finanziato i suoi studi post-laurea a Oxford e che oggi si e’ convertito in uno dei suoi principali nemici e punto di riferimento per le critiche verso di lui.
Il Governo ungherese ha anche posto la sua attenzione contro la prestigiosa Central European University, finanziata principalmente da Soros che, nonostante le attenzioni da parte della Comunita’ Europea, pretende di espellere dal Paese con una legge che sembra fatta apposta per essa. Lo scorso 13 luglio, la Commissione Europea ha lanciato un secondo avviso nell’ambito del processo di infrazione che ha aperto su questo provvedimento ed ha aperto un nuovo procedimento contro altri controversi provvedimenti del governo di Orban: la persecuzione delle ONG finanziate da capitali stranieri. Molte di queste organizzazioni -che abitualmente sono critiche verso il governo- si mantengono in buona parte grazie ai fondi di Soros. Questo e’ l’ennesimo avviso di Bruxelles all’Ungheria perche’ si dia una regolata sul funzionamento della democrazia.
“Sono costernato per l’uso di immagini antisemite da parte dell’attuale governo ungherese, come parte di una specifica campagna di disinformazione”, ha lamentato Soros in una dichiarazione scritta. “Nello stesso tempo, mi preoccupa il fatto che insieme ad innumerevoli cittadini, i leader della comunita’ ebraica in Ungheria si siano pronunciati contro questa campagna”.
Mazsihisz, la maggiore organizzazione ebraica d’Ungheria, ha chiesto all’Esecutivo di Orban di ritirare gli annunci che potrebbero “servire a causare afflati antisemiti incontrollabili”. Inoltre, molti dei cartelli distribuiti in tutto il Paese sono stati sovrascritti con messaggi e graffiti che chiamano Soros “ebreo appestato”.
L’ambasciatore di Israele in Ungheria, Yossi Amrani, ha detto che la controversa campagna, che e’ costata al Governo qualcosa come 5,7 milioni di fiorini (19 milioni di euro), “evoca ricordi tristi e semina odio e paura”. Non solo perche’ i nazisti e i loro collaboratori ungheresi uccisero qualcosa come 400.000 ebrei ungheresi durante l’Olocausto, a cui Soros sopravvisse; ma anche perche’ Adolf Hitler aveva parlato in diverse occasioni dell’”ebreo sorridente”. Comunque, le dichiarazioni del governo israeliano hanno reso meglio il significato delle dichiarazioni del diplomatico ebreo. L’Esecutivo di Benjamin Netanyahu -che ha in programma una storica visita in Ungheria la prossima settimana- considera il filantropo come uno dei suoi principali nemici, essenzialmente perche’ finanzia organizzazioni critiche dell’occupazione di Israele e della sua politica verso i palestinesi.
Soros, con le sue idee liberali e progressiste contrasta profondamente con le politiche populiste, conservatrici e nazionaliste di Orban, che ha fatto bandiera della sua opposizione alla politica migratoria comunitaria, grazie alla quale i Paesi di trovano d’accordo per l’accoglienza di quote di rifugiati. Il Governo di Orban ha accusato il multimilionario di “immischiarsi” nella politica nazionale e di esercitare pressioni attraverso le organizzazioni che finanzia, per obbligare l’Ungheria ad accogliere rifugiati. L’Ungheria, che ha dato protezione a 550 rifugiati l’anno scorso, si e’ rifiutata ad accogliere anche uno solo dei 1.294 rifugiati presenti in Italia e Grecia che avrebbe dovuto ricevere in base agli accordi con i Paesi della Ue.
Disputa con Bruxelles
La politica migratoria e' l’altra disputa in piu’ del governo di Orban contro Bruxelles, che ha attaccato lo scorso 13 luglio la legge ungherese che ostacola le ONG. Il braccio esecutivo dell’Unione Europea considera che questa norma, che obbliga tutte le organizzazioni a dettagliare i fondi che ricevono dall’estero, viola tre diritti europei: la liberta’ di associazione, la libera circolazione dei capitali e il diritto alla privacy.
La legge sulle ONG e’ il secondo procedimento di infrazione che Bruxelles apre contro Budapest in meno di tre mesi. La Ue sta provando con l'Ungheria una strategia diversa da quella usata con la Polonia, che sta subendo un processo di deterioramento del diritto molto simile a quello rilevato in Ungheria. Visto che il procedimento generale aperto contro il governo di Varsavia ha dato scarsi risultati -ed anche perche’ Orban si mostra aperto al dialogo, anche se disattende le avvertenze-, la Commissione ha optato di procedere caso per caso. I procedimenti di infrazione potrebbero finire alla Corte europea di Giustizia, con pene per il Paese che viola le norme.
La crociata dell’esecutivo ultranazionalista ungherese contro qualunque organizzazione che sia critica, ha fin da subito allertato Bruxelles. Con uno spirito simile al governo della Russia, l’Ungheria etichetta tutte le organizzazioni che percepiscono piu’ di 24.000 euro all’anno da un Paese diverso dall’Ungheria, come “organizzazioni che beneficiano di un appoggio straniero”. Come se fosse uno stigma, sono obbligate a presentarsi come tali in qualunque pubblicazione o comunicato stampa che producono. Inoltre devono dare informazioni precise e proporzionate su quanto vengono finanziate dai propri contribuenti, Se non lo fanno, rischiano sanzioni.
“La societa’ civile costituisce il tessuto minimo delle nostre societa' demcratiche: le sue attivita’ non devono essere oggetto di restrizioni ingiustificate”, ha detto il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, in un comunicato. L’esecutivo comunitario considera che questi nuovi obblighi siano un “carico amministrativo e un pregiudizio” per le organizzazioni che vi devono adempiere. In ultima istanza, questi provvedimenti dissuadono i finanziamenti stranieri, dice la Commissione. Ed e’ quello che Orban pretenderebbe: ridurre la sua presenza e la sua influenza.

(articolo di Maria R.Sahuquillo e Lucia Abellan, pubblicato sul quotidiano El Pais del 14/07/2017)
 
 
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