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Autovelox Firenze. Al silenzio dei politici coinvolti corrispondono alcune poco comprensibili reazioni dei media
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Articolo 
28 gennaio 2011 14:14
 
Due lettere a due quotidiani fiorentini sulla vicenda Autovelox. Il primo (l'Unita') non ne ha dato notizia. Il secondo (Corriere fiorentino) ha pubblicato un editoriale a commento che ci ha lasciati perplessi

La lettera inviata alla cronaca fiorentina del quotidiano l'Unita':

Non capisco
Gentili amici de l'Unita',
e' una domanda che mi sono posto martedi' 25 e di nuovo oggi venerdi' 28 gennaio. Perche' la cronaca fiorentina del vostro giornale non ha dato notizia delle prime sentenze sui discussi autovelox che il Comune di Firenze ha disseminato per la citta'. Sentenze favorevoli ai ricorrenti assistiti dall'Aduc.
Ovviamente alcuni pensieri li ho avuti, ma non riesco a capacitarmi che possa essere censura. Sara' perche' vi leggo ogni giorno, inclusi gli approfondimenti, e mi crea disagio prendere atto che ignorate una notizia che -non bisogna essere giornalisti paludati per capirlo- e' importante nel panorama civico, economico e politico della nostra citta'. E' sicuramente una notizia che mette in discussione la politica dell'amministrazione fiorentina in merito, ma puo' questo portarvi a considerare positivo che i vostri lettori non ne abbiano contezza? Non recrimino niente nei vostri confronti: il giornale e' vostro e ve lo gestite come credete, ma come lettore sento che mi manca qualcosa.
Certo, io sono di parte, e quella parte che ha provocato la notizia da voi non riportata. Ma -forse- riportarla, con opinioni diverse a confronto, avrebbe potuto servire a rendere un servizio in piu' alla citta'.
Sto sbagliando? ... continuo a non capire
Con stima e a buon leggervi
Vincenzo Donvito, presidente Aduc

A seguire la risposta de l'Unita' via E-mail poche ore dopo il nostro invio:
Caro Vincenzo, innanzi tutto grazie per la tua lettera.
Posso assicurarti che non si è affatto trattato di censura. Anzi. In questi giorni (purtroppo o per fortuna a seconda dei punti di vista) ci sono state tantissime cose da scrivere e noi, con la nostra foliazione ridotta e una visione regionale che guarda anche a città diverse da Firenze, siamo stati costretti a fare delle scelte. Ed abbiamo pensato che, prima di scrivere magari 3 righe in una breve o in un posticino che magari nemmeno si vedeva, preferivamo aspetare l'occasione per fare un ragionamento più ampio e darvi lo spazio che meritate. Così, domani, ci sarà un ampio servizio su multe e contravvenzioni nel quale siamo ben lieti di dare anche notizia della vittoria dei vostri assistiti.
Ti ringrazio ancora e spero proprio che continuerai a seguirci e se servirà (ma qui spero di no...) a segnalarci qualche nostra mancanza.
Grazie ancora e a presto.
Francesco Sangermano


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La lettera inviata al Corriere fiorentino (edizione locale del Corriere della sera) a seguito della pubblicazione di un editoriale dal titolo “La cultura del cavillo e quel piano salva-figli”

Al quotidiano Corriere Fiorentino
Gentili amici,
In un editoriale a firma di Eugenio Tassini, l'edizione odierna del Corriere Fiorentino sembra rimproverare coloro che si sono difesi contro le decine di migliaia di multe di autovelox irregolari bollandoli come fautori della italianissima "cultura del cavillo". Insomma, sembra tagliare corto Tassini, anche se gli autovelox sono un po' irregolari, rimane il fatto che deve essere punito l'eccesso di velocità.
Eppure, a ben vedere, quella che viene definita "cultura del cavillo", ovvero la certezza che lo stato rispetti le regole nel farle rispettare, è un elemento essenziale di uno stato di diritto. Come chiedere al cittadino di rispettare la legge se poi è lo stato che la viola per primo? E' ammissibile che lo stato adotti strumenti illegittimi per punire comportamenti illeciti?
Contrariamente a quanto lamenta Tassini, noi pensiamo che quella "negativa italianità" non sia espressa nella "cultura del cavillo" -di cui certamente si avvalgono talora coloro che possono permettersi fior fior di legali, ma non è certo il caso delle contravvenzioni da autovelox- ma soprattutto nell'assenza di legalità, in primis delle istituzioni. Basti pensare non solo a come il Comune di Firenze cerca di far cassa con autovelox appositamente malsegnalati, ma anche a come la Rai cerca di estorcere il canone ai contribuenti, oppure a come molti agenti della riscossione utilizzano mezzi impropri per recuperare crediti della pubblica amministrazione, oppure a come vengono selezionati i membri del Parlamento, oppure al fatto che numerosi referendum popolari sono stati disattesi. E via dicendo. Piccole o grandi violazioni di legge che siano, una ritrovata cultura del diritto e delle regole non puo' che partire dalla pubblica amministrazione.
Il baluardo di uno stato democratico di diritto sta proprio nel diritto di tutti i cittadini di pretendere che la legge valga per tutti, anche e soprattutto per il Palazzo. E' quella "rule of law" che si è affacciata per la prima volta in Europa quasi ottocento anni fa nella Magna Charta. E in fondo, senza voler insegnare nulla a nessuno, è qui che l'informazione, almeno quella non asservita o comunque non schierata, svolge la sua fondamentale funzione democratica: fornire al cittadino gli strumenti per giudicare l'operato dei propri eletti, giudizio che si esplica nel segreto dell'urna oppure dinnanzi ad un giudice per valere i propri diritti civili. Tutt'altro, a nostro avviso, che "cultura del cavillo".
Grazie dell'attenzione e a ben sentirvi

Pietro Yates-Moretti, vicepresidente Aduc

Il Corriere fiorentino ha pubblicato, solo nell'edizione cartacea di sabato 29 gennaio, questa lettera, con un ulteriore commento di Eugenio Tassini.
 
 
 
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