Terminato lo sciopero dei balneari di stamane (in realtà una serrata, aprendo i servizi alle 9,30), i primi dati (Versilia, per esempio - Ansa) dicono che 1 su 4 avrebbe aderito. Mentre si viene a sapere che le serrate in seconda e terza battuta previste per il 19 e 29 agosto sono cancellate perché il governo avrebbe detto ad alcuni responsabili dei sindacati che a settembre si sarebbe messo a studiare la questione.
Insomma la messa in scena è finita. I media hanno parlato della questione, le persone a cui era stato rivolto lo sciopero non se ne sono accorte. Il governo che ha detto ai balneari quello che già sapevano prima, cioé che non sanno “che pesci prendere” e devono meglio studiare come fregare ancora l’Ue rispetto a norme (assegnazione con gare delle spiagge) che andavano rispettate fin dal 2006 (direttiva Bolkestein).
Non abbiamo visto folle di bagnanti in attesa dell’apertura dei servizi, bagnanti ai quali, mediamente, gli interesserebbe solo maggiori scelte, prezzi più bassi e qualità… quanto per l’appunto previsto dalle norme che invece sono violate da balneari e governi locali e nazionale.
Per capire con chi abbiamo a che fare, è bene ricordare alcuni fatti.
I balneari, mediamente nel 2023, hanno fatto dichiarazioni dei redditi di poco più di 15mila euro (importi simili a quelli dei taxisti), a fronte di affitti delle spiagge di poco superiori a 3mila euro l’anno grazie anche ad un calo del 4,5% applicato dal 1 gennaio di quest’anno. Alcune indagini indipendenti hanno rilevato una soglia di lavoro nero stagionale superiore al 70%. La Regione Toscana ha approvato nei giorni scorsi una legge con cui stabilisce indennizzi a quei balneari che, partecipando alle prossime gare che forse si terranno dal 1 gennaio 2025, non dovessero superarle (recente sentenza Corte Giustizia Ue ha stabilito che questo è illegale). L’anno scorso è stata fatta dal governo (in vista di una legge che non si sa…) una mappatura delle spiagge demaniali ed è risultato che quelle affittate sono il 33%, lasciando quindi ampio spazio alle spiagge libere e alla concorrenza… peccato che questa mappatura ha conteggiato anche le coste non sabbiose e i porti….
Una piccola fotografia di una corporazione che trova protezione locale e nazionale, in cambio di consenso elettorale e presunta supremazia italica contro gli stranieri che dovrebbero invadere le nostre coste se si facessero le gare. Peccato che le gare significhino maggiore lavoro (presumibilmente non a nero), concorrenza e qualità.
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