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Bus turistici a Firenze. Quando la memoria può far difetto
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Articolo di Stefano Fabbri
8 ottobre 2024 14:51
 
Un antico maestro di giornalismo soleva ripetere, con una buona dose di ironia, che non c’è notizia più inedita di quella già pubblicata e che è stata dimenticata. Lo stesso si può probabilmente dire per promesse ed annunci. La vicenda della sosta selvaggia dei bus turistici in lungarno Pecori Giraldi è un po’ il paradigma di questa bizzarria. Se la memoria può far difetto è sempre utile consultare vecchie agende e archivi, compreso quello del Corriere Fiorentino . L’annuncio di una soluzione definitiva risale al 2018, Anno Ultimo dell’Era Precedente al Covid.

In ottobre l’allora assessore Stefano Giorgetti dette appuntamento alla primavera successiva, sostenendo che con l’attivazione della linea T2 — che proprio nel 2019 entrò in funzione — i bus turistici sarebbero stati fermati al parcheggio di viale Guidoni e da lì i passeggeri avrebbero comodamente (e tra l’altro più rapidamente) raggiunto il centro storico a bordo dei convogli che hanno il capolinea in piazza dell’Unità. Da quell’annuncio abbiamo fatto in tempo a vedere l’inaugurazione della linea, a subire l’ondata pandemica, a leccarci le ferite di quello choc e a leggere lo stesso annuncio in almeno altre tre occasioni tra il 2019 e il 2020 dato dall’allora sindaco Dario Nardella. Ma sei anni dopo la situazione è identica ad allora. Forse peggio. Tanto è vero che il successore di Giorgetti, Andrea Giorgio, si trova adesso a fronteggiare la stessa situazione. E gli agenti della Polizia municipale incontrano le difficoltà che furono dei loro colleghi in servizio oltre un lustro fa. È vero che ogni mandato amministrativo ha una sua storia, ma del resto non si può immaginare che a ogni quinquennio amministrativo si ricominci tutto da capo, come nel pluricitato «Giorno della marmotta».
Soprattutto se vi è una sostanziale continuità politica. Qualcosa dunque non ha funzionato, al netto dell’impegno del nuovo assessore e della nuova giunta nel risolvere il problema. Però è impossibile non pensare che, tra le mille modifiche alla mobilità alle quali la città sopravvive quotidianamente, sia stato impossibile attuarne una che usi tecniche dissuasorie — financo paletti e «panettoni» — per evitare le soste a grappolo con gravi ripercussioni sul traffico ma anche sulla sicurezza, magari mettendo contemporaneamente in atto, cominciando già ora, l’antico piano di Giorgetti del parcheggio in periferia (che c’è) e dell’uso della tramvia (pure).

È come se una forza invisibile, ma molto potente, impedisse di rompere quello schema del tour della città in tre-ore-tutto-compreso di cui la sosta dei torpedoni sul lungarno fa organicamente parte. Ma l’importante è non rinviare ancora. Magari al prossimo tracciato di tramvia sui viali.
O all’apertura del camminamento sotto l’Arno proprio davanti al pezzo di strada prediletto dalla sosta in terza o quarta fila. O al prossimo annuncio.

(articolo pubblicato su Corriere fiorentino - Corriere della Sera del 08/10/2024)
 
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