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Un giorno di ordinaria follia per i pendolari toscani
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Articolo di Sara Astorino
16 marzo 2023 14:44
 
 Oggi, come tutti i giorni, mi sono recata alla stazione di Prato Centrale per prendere il treno delle 12.42 diretto alla stazione di Firenze Santa Maria Novella.
Poco prima di arrivare in stazione scopro che era stato indetto uno sciopero dalle 10 alle 12 ma nessun annuncio era stato diffuso al riguardo..
La cosa mi stupisce perché in genere non accade!
Curiosando on line scopro che lo sciopero è stato indetto improvvisamente solo per la Regione Toscana. Ieri, infatti, sulla linea regionale che porta a Pontassieve è stato aggredito nuovamente un capotreno. 
Giunta sul binario noto molte persone ma non mi preoccupo, in fondo il treno che arriva alle 12.42 è un "vecchio regionale" su due livelli.
Penso che si starà un po' stretti ma anche questa, per chi vive da pendolare, non è una novità.
Con mio grande stupore invece del caro vecchio regionale su due livelli arriva a sorpresa un bel treno regionale della linea jazz. 
Per chi non vive la vita da pendolare la differenza è difficile da cogliere. 
I treni jazz sono bellissimi da vedere, sono nuovi, molto più puliti, con attenzioni dedicate ai portatori di handicap ed hanno prese di ultima generazione per caricare tablet  e computer.
Gli spazi sono più larghi, verrebbe da pensare che sia tutto perfetto.. MA.. questi treni hanno un numero decisamente ridotto di posti a sedere rispetto ai vecchi regionali e sono, inoltre, notevolmente più corti. 
Questo treno aveva solo quattro carrozze. 
Da non credere! Un treno ben più grande e capiente, che si sa essere notevolmente affollato, viene sostituito da un "trenino".
Salire sul treno è stata un'impresa (per me possibile solo grazie all'aiuto di un ragazzo che mi ha fatto spazio e mi ha letteralmente ceduto il suo posto).
Una volta salita la situazione è critica: siamo veramente tanti e siamo praticamente attaccati l'uno all'altro.
Solo pochi indossano la mascherina, che non è più obbligatoria da tempo, e per me che sono immunodepressa, fortunatamente munita di fp2, rimanere stipata in un ambiente piccolo strapieno di persone non è piacevole.
Nel mentre le persone, tantissime, rimaste sul binario continuano a cercare di salire.
Molte sono arrabbiate perché in molti hanno appreso dello sciopero solo giunti in stazione.
Questo è il primo treno diretto a Santa Maria Novella che transita dalle ore 10.
D'improvviso si ode la voce del capotreno che propone delle soluzioni, a mio avviso, imbarazzanti.
Invita le persone a scendere dal treno. 
Non perché ne fosse stato predisposto un altro ma per prendere il treno successivo perché le fermate erano identiche tranne una. 
Il treno suggerito, tuttavia, non ferma a Santa Maria Novella. 
Ovviamente la richiesta cade nel vuoto.
Santa Maria Novella è la fermata principale, un vero e proprio punto di snodo!
Soprattutto, ancora mi domando, come si possa formulare una proposta del genere sapendo che il treno era diretto a Santa Maria Novella.
Come si fa a pensare che dal treno sarebbero scese numerose persone dopo due ore di sciopero, dopo che il treno in questione era il primo diretto a Firenze?
Vero erano presenti pendolari diretti altrove ma che erano lì ad attendere da due ore!
Visto il risultato fallimentare dell'invito si passa alla soluzione successiva.
Idea forse anche peggiore della precedente e soprattutto assurda.
Il capotreno comunica più volte che se non fossero scese altre persone allora sarebbe intervenuta la Polfer.
La situazione diventa sempre più tesa perchè il treno sta accumulando sempre più ritardo ed è chiaro che si sia giunti all'impasse.
Di nuovo il capotreno comunica di essersi rivolto alla Polfer che ovviamente sul treno non ha mai messo piede.
Ed in realtà non si comprende cosa la Polfer avrebbe potuto fare in questo caso.
La mia risposta ironica e provocatrice è questa: creare un nuovo gioco di società!
I giocatori si dividono in due squadre, Polfer e Pendolari Imbufaliti.
La situazione di gioco è la gestione di un'emergenza.
La Polfer dovrà, quindi, in base alle risposte fornite dai Pendolari Imbufaliti decidere, per il potere al loro conferito dalle regole del gioco di società, quale urgenza tutelare e quale no.
La Polfer dovrà decidere chi far giungere a destinazione e chi abbandonare sul binario della stazione.
La realtà però è diversa.
La Polfer non poteva intervenire e non doveva nemmeno essere chiamata in causa.
Se il treno oggi è partito, giungendo con un ritardo del tutto ingiustificabile di venti minuti, è stato solo grazie a quei pendolari che sono scesi per consentire la partenza.
La situazione è stata gestita malissimo, è emersa una grandissima incapacità organizzativa e la totale confusione.
Bastava far partire il solito vecchio treno regionale magari (non so se è possibile) aggiungendo qualche carrozza in più.
Così facendo si è solo arrecato un fastidio inutile e si è dimostrata, per l'ennesima volta, la gestione fallimentare del trasporto regionale.
Di oggi i pendolari non ricorderanno le ragioni dello sciopero o i capotreni feriti in servizio ma solo un capotreno che scarica sui passeggeri la responsabilità della mancata partenza in orario del treno e che nomina invano l'intervento impossibile della Polfer.
Personalmente posso solo ringraziare quel ragazzo, intravisto per una frazione di secondo, che mi ha fatta salire in treno rimanendo sul binario della stazione di Prato Centrale.
 
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