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Incentivi auto Firenze. Flop ecologico e politico
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30 ottobre 2024 9:23
 

Il Comune ha ancora soldi, 1 milione e mezzo di euro, per gli incentivi per chi vuole cambiare auto, da 3.500 euro per un mezzo a benzina fino ai 5.000 per uno elettrico. E’ stato prorogato al 31 dicembre lo specifico bonus.

Questa è la politica di un’amministrazione che si dice attenta a diritti ed ecologia. Bonus per invogliare gli amministrati a comportamenti responsabili?
Qualcosa non torna. E crediamo sia proprio la politica caritatevole dei bonus. 

E’ così per le biciclette, dove si regalano soldi ad alcuni che riescono ad arrivare primi per assegnarsi una decina di euro l’anno mentre si trascura la manutenzione delle poche piste ciclabili presenti. E così è per le auto: l’inquinamento è sì la combustione che si combatte con veicoli più moderni e/o elettrici, ma essenzialmente è il numero di veicoli in circolazione e un servizio efficiente di trasporti pubblici. 

Questo accade perché rendere responsabili i cittadini dei propri comportamenti è meno appagante in termini elettorali di un bonus/regalo? Così forse credono a Palazzo Vecchio… ma non sembra, visto che, per esempio la partecipazione dei fiorentini alle elezioni è sempre minore (48% nelle ultime di giugno scorso rispetto al 68% delle precedenti nel 2019: -20%). Qui di responsabili sembra ce ne siano pochi, mentre abbondano gli irresponsabili nell’amministrazione.

Il problema è che in piazza Signoria hanno deciso di amministrare la città non ponendosi come veicolo per il benessere, bensì essendo loro stessi il benessere. Ma i ritorni non ci sono e i cittadini hanno sempre meno fiducia in loro.

Una inversione di tendenza, per esempio, sarebbe di non regalare soldi per questo o quell’altro servizio ma, con una politica fiscale più ridotta (Imu,Tari, Tasi…) mettere gli amministrati in condizione di scegliere come gestire le proprie finanze. Stimolati da un’amministrazione non vampirica e che, tra l’altro, potrebbe rendere gratuiti i trasporti pubblici.

Inversione di tendenza che dovrebbe mandare a casa secoli di cultura assistenzialista, mettendo al primo posto responsabilità e confidenza degli individui.


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