Il problema overtourism è che mancano le iniziative istituzionali per evitare che sia, per l’appunto, “over”, significando questo la distruzione di diverse località, in particolare le città a maggiore attrazione turistica.
Allo stato le uniche novità che si registrano sono gli aumenti del fenomeno, con il peggioramento di situazioni già critiche e l’aggiunta di nuove criticità.
Ci viene ripetuto che il turismo è una fonte irrinunciabile di economia e cultura - e chi potrebbe dar torto? - e, come se “over” fosse solo la paranoia di qualche ambientalista, si interviene solo per regolamentare l’esistente.
Una delle proposte “bizzarre” che molti politici nazionali e locali utilizzano è di facilitare iniziative che spalmino su un territorio maggiore i flussi, valorizzando, per esempio, bellezze e attrazioni non sono solo a Firenze o MIlano, ma in tutta la provincia e regione. Innegabilmente certe bellezze ci sono, ma cosa gli diciamo al turista che comunque vuole vedere Ponte Vecchio o la Madonnina del Duomo… che non ci può andare e deve "accontentarsi" di Certaldo terra di Boccaccio o quel ramo del lago di Como? Non è possibile, quindi si tratta di “pour parler” tipico di politici che quando non sanno “che pesci prendere” parlano a vanvera.
Di questo tipo è il provvedimento entrato oggi in vigore del CIN (Codice Identificativo Nazionale), le ultime regioni hanno fornito i dati dei proprietari di immobili che li usano per affitti brevi turistici. Certamente si combatte la clandestinità, ma si è solo razionalizzato un metodo senza neanche bloccarlo, ché, per esempio, quei Comuni come Firenze che ci stanno riprovando col blocco di questi affitti, non potranno che essere nuovamente bocciati dal Tar per un intervento ostativo della proprietà privata.
Sull’argomento affitti brevi nessuna autorità prende l’unica iniziativa che sarebbe - rispettando leggi e diritti - ostativa del moltiplicarsi del fenomeno: l’uso di queste proprietà alla bisogna solo se per le stesse viene modificata la destinazione d’uso… eliminando così anche la concorrenza sleale nei confronti degli albergatori. Iniziativa che, di conseguenza, ridimensionerebbe lo svuotamento da parte dei residenti, che tornerebbero nei centri, con altrettanta conseguenza di un mercato di ogni prodotto e servizio che si adeguerebbe a consumatori che non sono solo turisti.
Da aggiungere, a questo, l’organizzazione delle città/località in modo che siano fruibili anche dal cosiddetto turismo “mordi e fuggi”, anch’esso responsabile delle conseguenze dell’overtourism: esercizi e servizi pubblici che accolgano questi turisti impedendo che, foss’anche solo per fare la pipì o riposarsi o fare un acquisto, siano obbligati a deturpare l’ambiente e a condizionare prezzi improponibili per diversi tipi di prodotti e oggetti di consumo.
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