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 ITALIA - ITALIA - Reati d'opinione. Cassazione: e' reato dire gay ad una persona
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Notizia 
16 marzo 2010 17:14
 
Dire 'gay' a qualcuno è reato nonostante la persona interessata ha tendenze omosex e ci si dichiari laici apertissimi, senza pregiudizi. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (sentenza n.10248) che ha confermato la multa di 400 euro per ingiuria inflitta a un vigile 60enne di Ancona che nel 2002 aveva scritto a un collega, con il quale vi era una accesa rivalità per diventare comandante dei vigili urbani, denunciando il suo essere gay. La suprema corte ha stabilito che l'espressione è da censurare perché ha un intento denigratorio ed esprime riprovazione per le tendenze omosessuali.
Diverse le reazioni:
"E' importante sia sul piano del diritto che su quello culturale. Ancora troppo spesso dare del "gay" e' considerato un modo per offendere qualcuno. Fa parte degli usi e dei costumi di molti ed e' bene che si inizi a cambiare registro.
In piu' se si pensa, come nel caso preso in esame dalla Cassazione, che spesso si allude all'equazione tra gay e pedofilia questa sentenza va nella giusta direzione". Lo dichiara Imma Battaglia, presidente di Gay Project, augurandosi che "si possa finalmente pensare e parlare di gay senza mirare ad offendere qualcuno. Inoltre mi auguro che questa sentenza sia di buon auspicio per un'altra decisione che aspettiamo per il 23 marzo da parte della Corte Costituzionale sulla questione dei matrimoni gay".
'La cultura di questo Paese continua a essere arretrata. L'appellativo gay non puo' essere un'offesa.
E' una condizione ormai considerata normale nella societa'. Il termine 'gay' significa proprio 'persona felice di essere finalmente quello che e''. Aurelio Mancuso, storico presidente dell'Arcigay, commenta a CNRmedia il verdetto della Cassazione sull'uso della parola gay. Rivolgersi cosi' a qualcuno, secondo la Corte, e' un'offesa. 'Ci sono altri termini, come frocio o pederasta che possono essere si' considerati offensivi - prosegue Mancuso - Gay no. Mi sembra una di quelle sentenze strane che ogni tanto emergono dalla Cassazione, ma non tengono conto dell'evoluzione sociale del Paese'.
'La sentenza della cassazione è sacrosanta, ingiuriare un omosessuale è una reato esattamente come ingiuriare qualsiasi altro cittadino'. Lo afferma Franco Grillini, presidente di Gaynet. 'L'uso della parola gay come ingiuria è inaccettabile per non parlare di tutte le ingiurie e le offese che verso gli omosessuali si adottano persino nelle trasmissioni televisive senza freni. Il reato di ingiuria, di calunnia e di diffamazione aggiungiamo noi, esiste da tempo nel nostro codice penale, fa parte di quei reati d'onore che il Parlamento non ha mai voluto riconoscere come omofobia legiferando coerentemente. Ancora una volta la giurisdizione svolge un ruolo di supplenza a un parlamento sordo ad ogni richiesta della comunità lgbt'.
"Non possiamo non plaudire ad un giudice che ha ritenuto opportuno sanzionare una persona che ha usato in modo spregiativo l'orientamento sessuale di un'altra". Ad affermarlo all'ADNKRONOS Andrea Berardicurti delle segreteria politica del Circolo Mario Mieli, secondo il quale la sentenza della Cassazione in base alla quale dire 'sei gay' e' un reato "e' giusta e sancisce anche in Italia che non e' possibile offendere in base all'orientamento sessuale e all'identita' di genere senza pagare nessuna conseguenza".
"Come Circolo Mario Mieli riteniamo che questa sentenza vada nel solco dell'affermazione dei diritti civili delle persone omosessuali, lesbiche e trans che da anni richiedono tutela - sottolinea Berardicurti - Questo e' un caso avvenuto nei confronti di due colleghi, dunque sul lavoro, ma capita in moltissimi altri ambiti, nelle scuole o per strada".
Berardicurti condanna poi fermamente il parallelismo tra gay e pedofilia: "la maggioranza degli scandali non arriva certo dalla comunita' omosessuale ma in altri ambiti, come quello famigliare e delle comunita' religiose - conclude - Quella di un omosessuale e' una scelta difficile, complicata, anche pericolosa in una citta' come Roma che e' per percentuale di omicidi gay la prima in Europa e forse nel mondo".
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