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ACCORDO ANIA/CONSIGLIO NAZIONALE CONSUMATORI
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Comunicato 
24 luglio 2001 0:00
 


COME FAR SPENDERE SOLDI INUTILI E FAR ATTENDERE LA GIUSTIZIA: LA LEZIONE TELECOM NON E' SERVITA?

Firenze 24 Luglio 2001. Il Consiglio nazionale dei Consumatori e l'Ania, hanno raggiunto un accordo che viene presentato come una grande innovazione per i possessori di polizza rc-auto: 30 giorni perche' la compagnia dia una risposta alle ragioni del presunto danneggiato, che se non soddisfatto potra' ricorrere ad una commissione congiunta (Ania/Consiglio Consumatori) che in altre 30 giorni dovrebbe trovare una soluzione. Dopodiche' la giustizia tradizionale.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, istituito presso il ministero dell'Industria che nomina il suo presidente, e' un organismo che vede nel suo seno una serie di associazioni che hanno accettato di farsi dirigere dallo stesso ministero che dovrebbe essere il primo ad essere controllato per la sua attivita', accettando quindi di farsi controllare da chi dovrebbe essere il loro controllato.
Questo e' l'organismo che oggi ha siglato un accordo con l'Associazione nazionale delle imprese assicurative (Ania), per sostanzialmente far sapere che ci sono, allungare i tempi della giustizia e scucire qualche soldo in piu' all'assicurato in cerca di giustizia. Infatti se a questa trafila di richieste e tempi d'attesa il consumatore non dovesse trovare soddisfazione (dopo aver magari pagato spese di iscrizione all'associazione e/o spese forfettarie di istruzione della pratica), non avendo queste decisioni valore giuridico esecutivo, non gli restera' che rivolgersi alla giustizia tradizionale, con l'aggravante di un ritardo di 60 giorni rispetto al momento in cui si e' presentato il problema.
Questo tipo di accordi conciliativi, non funziona! La dimostrazione e' quel baraccone che va avanti da anni tra, piu' o meno, le stesse associazioni di consumatori e la Telecom, dove, ben lungi dal risolvere le questioni che si pongono, servono solo a far perdere tempo al consumatore o, al massimo, a fargli ridurre la richieste esose dell'azienda monopolista dei telefoni: la giustizia e' un'altra cosa!
Inoltre, una camera di conciliazione oggi gia' c'e', ed e' quella presso le presso le Camere di Commercio, quindi non si vede perche' istituirne un'altra e non invece rafforzare quelle esistenti: probabilmente, con quelle esistenti, la ragion d'essere del Consiglio nazionale sarebbe sempre marginale, e qualche associazione incasserebbe meno tessere/gabelle che il consumatore e' obbligato ad acquistare per il loro interessamento.
E' evidente che, per non dover affrontare con tempi jurassici cio' che gia' oggi e' difficile, non vale la pena complicarsi la vita con queste ulteriori commissioni, ma rivolgersi subito al giudice di pace, anche perche' i suoi provvedimenti, a differenza di quelli di qualunque commissione, sono esecutivi a norma di legge.
 
 
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