AEROPORTI: CI SON VOLUTI 118 MORTI. TRE DOMANDE AL MINISTRO LUNARDI

Roma, 30 ottobre 2001. Ci son voluti 118 morti per prendere una decisione ovvia: se non si vede non si atterra ne' si parte. Si puo' vedere con i propri occhi o con quelli del radar, l'importante e che piloti e controllori siano in grado di sapere dove va un velivolo Cosi' scopriamo -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- che i due maggiori scali italiani, Fiumicino e Malpensa, non sono attrezzati per la nebbia, non sono in grado neanche di sapere in tempo reale (prescrizione del gennaio 1998) se una faro di pista e' fuori uso. A che serve allora la tecnologia? Ricordiamo che l'aeroporto, l'hub cosiddetto, di Malpensa e' nuovo di zecca ed e' costato all'erario, cioe' alle tasche del cittadino, qualcosa come duemila miliardi di lire e che alle prime difficolta' e' andato in tilt (ricordate il Natale scorso e come e' andata a finire?). Oltre a piangere i morti possiamo innervosirci perche' qualcuno ci ha messo le mani in tasca e sta dilapidando i nostri soldi? O no? Chi risponde di questi (mis)fatti? Quanto all'aeroporto intercontinentale di Fiumicino vogliamo ricordare che proprio in questi giorni si e' conclusa una vicenda giudiziaria, a nostro favore, che ci vedeva contrapposti ad Aeroporti di Roma, la societa' che gestisce lo scalo romano, la quale ci aveva querelati chiedendoci dieci miliardi, ritenendo che le nostre denunce sui disservizi aeroportuali fossero "false e pretestuose".
Al Ministro ai Trasporti, Pietro Lunardi, vorremmo porre alcune domande: a) che fine hanno fatto le 120 inchieste della Agenzia per la sicurezza della navigazione? b) E' vero che Aeroporti di Roma ha diminuito le spese per la manutenzione aeroportuale? c) Perche' non commissaria Enac, Enav, Agenzia per la sicurezza e i dipartimenti ministeriali e, viste le incapacita', non affida la gestione a qualche autorita' internazionale?