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AGIBILITA' GIORNALISTICA DEL G8
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Comunicato 
17 luglio 2001 0:00
 


MA SIAMO IN UNO STATO DI POLIZIA O NEL PAESE DEL LIBERO ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA?

Firenze, 17 Luglio 2001. Abbiamo gia' dato notizia dell'accredito giornalistico negato alla responsabile del nostro ufficio stampa, Donatella Poretti, per seguire i lavori del G8, e del fatto che nella sua storia non risulta alcun carico pendente o in giudicato, e che, per chi l'ha incontrata in qualche manifestazione che in qualche modo potesse avere a che fare con l'ordine pubblico, si trattava, per esempio, di iniziative pacifiche contro la pena di morte o per la liberazione del Tibet.
Abbiamo voluto approfondire la questione, con la stessa Poretti che ha inviato una lettera ai mezzi d'informazione della citta' in cui ha la residenza anagrafica (Arezzo), ponendo la domanda se, l'addetto all'ordine pubblico di quella citta' (la Questura), presumibilmente interpellata dal ministero degli Interni per verificare la pericolosita' o meno di chi intendeva seguire professionalmente i lavori del G8, emettendo segnalazioni di pericolosita' di questa tempra, svolga la sua funzione di tutela. Grazie ad un certo rilievo sulla stampa locale, stiamo aspettando qualche segnale di chiarimento.
Ma oggi abbiamo voluto andare piu' a fondo, perche' noi e la stessa Donatella Poretti, non ci sentiamo di rassegnarci a dei tutori dell'ordine pubblico con tale discrezionalita' di giudizio e di potere che, oltre -nel caso specifico- ad impedire di svolgere la professione a qualcuno, creano -sempre a nostro avviso- pericoli pubblici inesistenti.
E cosi' abbiamo voluto chiedere direttamente al capo della Polizia, Giovanni De Gennaro, il perche' di una simile esclusione. Abbiamo telefonato al suo ufficio al ministero degli Interni per chiedere un numero di fax a cui inviare la richiesta. E' cominciata una piccola trafila con richiesta di motivazioni su perche' volevamo il numero di fax. Spiegato il motivo, dopo un tentativo di goffo "scaricamento" ("deve telefonare alla Questura di Genova" .. la Poretti non ha mai abitato o domiciliato a Genova, e la sua domanda di accredito era rivolta alla Farnesina di Roma, quindi cosa c'entra la Questura di Genova? Dove al massimo crediamo che giungeranno i fascicoli sugli accreditati o meno, ma dubitiamo fortemente che sia lei a fare le richieste di informative per migliaia di giornalisti, e, soprattutto, a compilare l'informativa per una giornalista che risiede ad Arezzo ed e' domiciliata a Firenze), ci e' stato letteralmente detto che "per questo motivo non le possiamo dare un numero di fax". Un po' allibiti abbiamo ringraziato e abbiamo provveduto ad inviare la richiesta col vecchio e costoso telegramma (che, presupponiamo, non sia intercettato prima di giungere a destinazione e respinto al mittente perche' … "per questo motivo non possiamo ricevere telegrammi" ….).
Questo e' quanto, allo stato dei fatti, considerando che gli altri nostri giornalisti e tecnici che sono stati accreditati, usando anche la struttura logistica della Farnesina, potranno seguire il G8 pagando, per dormire, Lit.650000 a notte per persona (avendo chiesto nel form di prenotazione alberghiera una sistemazione a tre stelle), e che quasi tutte le emittenti radiofoniche e televisive, per seguire i lavori e avere un segnale audio e video, dovranno pagare alla Rai un gabella di 1000 Euro, solo perche' la Rai e' il service del G8 e, per questo -presupponiamo- sia pagata (!!).
C'e' qualcuno che chiama tutto questo "diritto di cronaca", "libero esercizio della professione giornalistica", e c'e' qualcun altro che, estremizzando, parla di "Stato di polizia", Noi, ovviamente, non ci sentiamo di sposare l'uno o l'altro appellativo. Per il momento ci limitiamo a raccontare cio' che stiamo vivendo, anche perche' non ci rassegniamo ad essere considerati soggetti pericolosi per l'ordine pubblico.
 
 
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