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ALIMENTI OGM E INFORMAZIONE
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Comunicato 
5 marzo 2002 0:00
 


L'ITALIA E' A POSTO? SI' SE NON SI FANNO INDAGINI. PROPRIO COM'ERA PER MUCCA PAZZA PRIMA CHE SI COMNCIASSERO GLI ACCERTAMENTI.
L'ADUC SOLLECITA I MINISTERI DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE AGRICOLE

Firenze, 5 marzo 2002. La notizia viene da un ipermercato di Grugliasco (Torino): in una bevanda alla soia e in una bistecca sono state trovate tracce di organismi geneticamente modificati, senza che questo fosse indicato in etichetta. La Procura ha aperto un'inchiesta per frode in commercio e per vendita di alimenti non genuini.
Bisogna riconoscere che i Carabinieri dei Nas di zona, hanno una certa esperienza, perche' la Procura di Torino ha gia' altri procedimenti simili in corso, per dei prodotti di soia che erano stati preparati con farine geneticamente modificate provenienti dall'India, anche queste senza indicazioni sulle etichette.
Ed e' la dimostrazione che quando qualcuno indaga -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- gli illeciti vengono fuori. E' una storia che ci ricorda molto l'Italia pre-mucca pazza, con tanto di capo del Governo dell'epoca, Giuliano Amato, che ci diceva che in Italia non esisteva il problema, tranne poi prendere atto che oggi, dopo piu' di un anno dell'avvio degli accertamenti, siamo ad una sessantina di casi. E' chiaro che se non si cercano, gli illeciti, salvo rarissime eccezioni, non ci cascano sulla testa.
Ed e' quello che gli avvenimenti di Torino ci indicano. Forse esiste in tutta Italia una mobilitazione dei Nas che sta facendo rilevamenti a campione sui prodotti piu' sospetti, e non solo? Non ci risulta. Sappiamo solo di Torino e, frequentemente, leggiamo che la presenza di Ogm, nei prodotti importati e nelle produzioni italiane, e' tutt'altro che scongiurata, perche' saremmo ad una sorta di "punto di non ritorno".
Per quanto ci riguarda non abbiamo alcuna intenzione di far si' che i prodotti Ogm siano vietati, ma chiediamo soltanto che i consumatori siano informati di cosa mettono nel piatto. L'etichettatura oggi in vigore ha dei limiti, perche' il marchio "Ogm free" e' tale al 99%, lasciando un margine dell'1% in cui e' possibile che questi prodotti non siano liberi da modificazioni genetiche: la giustificazione di questo 1% e' che le analisi costerebbero troppo (!!!). Se a questa incertezza legislativa aggiungiamo anche quella delle ispezioni, si capisce che la situazione e' tutt'altro che confortante.
Per queste ragioni abbiamo sollecitato i ministeri della Salute e delle Politiche Agricole.
 
 
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