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I CONSUMATORI CONTRO LA PRESUNTA ABOLIZIONE DELL'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI? MA QUALI CONSUMATORI?
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Comunicato 
5 marzo 2002 0:00
 


NON CONFONDIAMO CON I CONSUMATORI LE ASSOCIAZIONI TUTTOLOGHE E DI PARTE CHE LOTTANO CONTRO IL MERCATO

Firenze, 5 Marzo 2002. Leggiamo, da un lancio dell'agenzia Ansa, che i consumatori saranno in piazza con la Cgil il prossimo 23 marzo contro l'abolizione dell'art.18 dello Statuto dei lavoratori. Nel lancio si riferisce che i consumatori, nella fattispecie, sono le associazioni Adusbef e Federconsumatori che, per l'occasione, avranno una loro piattaforma "consumerista" (dalle assicurazioni ai mutui, fino ai bond argentini) che inseriranno nel contesto della difesa dell'articolo 18.
Senza entrare nel merito dei motivi per cui ci dovrebbe essere affinita' tra la difesa dell'art.18 e le rivendicazioni consumeristiche -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- ci preme sottolineare che, mai come in questo caso, e' erroneo parlare di "consumatori" in senso generico, e che ognuno debba essere chiamato con il suo nome e cognome. Perche', per fare un esempio, ad alcuno verrebbe in mente di dire "elettori" genericamente, riferendosi alle posizioni di questo o quell'altro partito, ma chiamerebbe ognuno con il proprio nome, perche' gli elettori potrebbero essere aderenti ad un partito e, nello stesso tempo, ad un partito avverso. Nel caso delle associazioni di consumatori, inoltre, non stiamo neanche parlando di organizzazioni di massa, ma di gruppi di pressione, piu' o meno numerosi e agguerriti, ma completamente diversi da chi invece e' strutturato per organizzare masse di persone: si tratta di associazioni che promuovo istanze diffuse, ma niente a che vedere con partiti e sindacati che dovrebbero rappresentare parti di cittadini.
Le associazioni Adusbef e Federconsumatori credono di difendere e affermare i diritti dei consumatori alleandosi con il sindacato su un tema prettamente sindacale e cosi' specifico? Bonta' loro, anche perche' ci sembrava che ai consumatori, in generale, piuttosto che un sistema rigido e statale, giovassse quello del mercato e della concorrenza.
Comunque, prendiamo atto che la tuttologia e' un vezzo diffuso e contagioso. E noi ce ne tiriamo fuori molto volentieri.
 
 
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