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INCIDENTI STRADALI: MORTI DI SERIE B PER UN'INFRASTRUTTURA DI SERIE B
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Comunicato 
24 luglio 2001 0:00
 



Firenze, 24 Luglio 2001. Lo scorso week-end i morti negli incidenti stradali sono stati 60, e i feriti 1.611, con un incremento rispetto al week-end precedente. E ieri abbiamo rilevato la tragicita' della situazione, con numeri in aumento e totalmente sottovalutati, chiedendo anche al ministero specifico come e se sono stati spesi tutti i soldi per l'informazione preventiva.
Una tragicita' che non potrebbe essere altrimenti -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- visto cio' che, sempre tragicamente, avviene nell'informazione: piccoli trafiletti smilzi in qualche telegiornale e, nella stampa nazionale, in 8 quotidiani a diffusione nazionale che abbiamo esaminato solo due riportavano trafiletti quasi senza titolo. E' chiaro: non fa notizia! Ventinove (29) dei 60 morti avevano meno di 30 anni: non fa notizia!
Probabilmente sono morti che per essere tali, in questo week-end, hanno sbagliato citta', perche' se invece delle strade provinciali e statali e delle autostrade fossero andati a sobillare l'ordine pubblico a Genova, sicuramente avrebbero fatto piu' notizia. E noi che, ingenui, abbiamo sempre creduto che di fronte alla morte fossimo tutti uguali, teppisti politici e pirati della strada, famosi giornalisti e grandi letterati nonche' degenti alcolizzati e tossicodipendenti negli ospedali. Tutti uguali, non nella memoria di chi continua a vivere (a ognuno i suoi meriti e le sue glorie), ma nella semplicita' della morte, nonche' nella premura dei vivi perche' sia sempre piu' lontano il momento della morte nell'esistenza di ognuno.
Dove sono le interrogazioni parlamentari per i 60 morti? Dove sono le richieste di dimissioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, per i 60 morti? Nulla! I sessanta morti -che la sorte maligna ha voluto che fosse gia' uno dei numeri tondi che scandiscono la nostra quotidianita'- devono entrare anch'essi nella nostra abitudine?
Vogliamo testardamente continuare a credere che lottare per i diritti dei consumatori sia per far vivere meglio tutti e piu' a lungo. E 60 morti ci spaventano 59 volte di piu' del morto di Genova. Non solo, ma mentre nel primo caso sara' l'inchiesta giudiziaria a dirci chi ha torto e chi ha ragione (ammesso che questo sia interessante, nel caso specifico della disperazione tragica degli avvenimenti), per coloro che hanno lasciato la vita sulla strada, le inchieste giudiziarie non sappiamo se ci saranno, e quand'anche ci fossero, saranno poche, perche' la tragedia e' li', come l'errore, nelle stato dei fatti e nel comportamento umano: dove quest'ultimo e' indotto da modelli che sono la negazione di se stessi (cos'altro e' un'auto che viene venduta perche' e' potente, viaggia a 250 Km/h, emula il corridore Pinco, quando poi i limiti di velocita' sulle strade sono di 90 Km/h e sulle autostrade 130Km/h?), e lo stato dei fatti -dove avvengono la maggiorparte degli incidenti (strade statali e provinciali)- e' quello di un'infrastruttura di serie B, con segnaletiche e manutenzione di serie B: giustamente morti di serie B per infrastrutture di serie B.
Noi a questo gioco mortale non abbiamo intenzione di sottometterci, e chiamiamo ognuno alle sue responsabilita': noi a quella di denunciare, le autorita' a quelle di non continuare a giocare con il numero 60!
 
 
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