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INFORMAZIONE IN INTERNET E ISCRIZIONE ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI
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Comunicato 
2 luglio 2001 0:00
 


IL BASTONE E LA CAROTA
CHE NE PENSA IL NEO MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI?

Firenze, 2 Luglio 2001. Si' proprio il bastone e la carota: quest'ultima e' Internet, mentre il bastone e' quello tradizionale dell'amministrazione politica e finanziaria. Stiamo parlando del presunto obbligo di registrazione delle testate giornalistiche che distribuiscono informazione tramite Internet -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- cosi' come prescritto dalla recente legge dell'editoria (non ancora applicata perche' mancano i regolamenti applicativi), e oggetto di discussioni e petizioni che ne chiedono l'abrogazione, nonche' di rassicurazioni dei suoi partigiani (on.Vannino Chiti -all'epoca sottosegretario ai problemi dell'editoria del Governo Amato- in primis) che puzzavano di fregatura lontano un miglio.
Rimettiamo in gioco questo argomento grazie ad una risoluzione del ministero delle Finanze (14/E del 14/2/2000) che a suo tempo rispose sull'applicabilita' dell'aliquota agevolata del 4% ai servizi informativi, anche per i prodotti telematici. Si tratta di una risoluzione rimasta un po' nell'ombra, ma che chiarisce bene gli intenti del legislatore e del governante: penalizzare i nuovi strumenti di diffusione dell'informazione. Il ministero delle Finanze esclude l'estensione dell'agevolazione, perche', a suo avviso, manca il requisito oggettivo tipico che consente di inquadrare un determinato prodotto tra quelli editoriali, la diffusione su supporto cartaceo; riguardo ai dispacci di agenzia, che potrebbero stridere con questa interpretazione, il ministero precisa che sono una sorta di prodotto semilavorato, e quindi rientrano nell'agevolazione.
La chiosa/domanda e' spontanea: chissa' perche', nel caso della registrazione in tribunale con un direttore responsabile iscritto all'ordine dei giornalisti anche per le testate in Internet, la fondamentale diffusione su supporto cartaceo non e' piu' tale.
E' evidente che quando si tratta di incassare, in particolare nei mezzi emergenti e quindi piu' accattivanti, lo Stato non guarda in faccia a nessuno. E qui l'incasso e' su un doppio binario, economico e di potere: il primo perche' incassa piu' soldi di Iva, il secondo perche' consente all'Ordine dei giornalisti di meglio controllare l'informazione.
Ora il Governo e il Parlamento sono diversi da quelli che avevano approvato la legge sull'editoria, ma non possiamo dimenticare che le voci di dissenso, a suo tempo, furono sulle dita di una mano, e che forze di governo e di opposizione votarono compatte. Scoraggiarci? No! Intanto chiediamo al neo-ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, cosa ne pensa e cosa intende fare.
 
 
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