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LOTTA ALL'AIDS E G8
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Comunicato 
21 luglio 2001 0:00
 


UN NUOVO STUDIO USA CONFERMA: SI PUO' FARE SOLO SENZA PREGIUDIZI IDEOLOGICI E RELIGIOSI, USANDO IL PRESERVATIVO COME PRIMA DIFESA

Firenze, 21 Luglio 2001. Uno studio Usa del National Institutes of Health, reso noto lo scorso venerdi' 20 luglio, ha fatto sapere che il preservativo e' uno dei piu' importanti strumenti di lotta all'Aids, perche' abitualmente blocca il contagio dell'Hiv nell'uomo e nella donna. Non solo, ma e' in grado di bloccare tutte le malattie sessualmente trasmissibili, tra cui, per gli uomini, la gonorrea.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Una conferma di un fatto che molti sanno, ma che pochi mettono in pratica: specialmente nei Paesi in cui la prevenzione avviene grazie alle politiche Onu (Africa in primis), la diffusione dei preservativi viene bloccata a monte, perche' lo Stato del Vaticano -che partecipa all'Onu in quanto Stato al pari degli altri- blocca le decisioni in merito.
L'anomalia di una confessione religiosa, la Chiesa romana, che ha il privilegio di essere considerata al pari di uno Stato, e quindi di porre il veto li' dove le decisioni sono prese solo con voto unanime, e' uno dei principali blocchi alla politica di prevenzione dell'Hiv. I convincimenti ideologici e religiosi di una parte riescono cosi' a bloccare l'unica politica di prevenzione che ricerche accreditate -come quella del National Institutes Health- danno invece come vincente.
Gia' da tempo abbiamo promosso una petizione all'Onu, insieme al movimento Usa "Catholics for a free choice", e sul sito Internet stiamo raccogliendo le firme in cui chiediamo il cambio dello status del Vaticano , in modo che sia considerato al pari delle altre confessioni religiose (Ong: organizzazioni non governative). Una petizione che continua ad essere d'attualita' perche' il fenomeno di diffusione dell'Hiv/Aids non si ferma, specialmente li' dove la Chiesa romana ha piu' influenza nelle scelte (sempre Africa al primo posto).
Lo studio Usa e le richieste della Chiesa romana stessa, in questi giorni ai capi di Stato riuniti nel vertice dei G8, perche' si facciano scelte concrete e immediate per la salvezza dei poveri del mondo, non possono esulare dalla considerazione di questa anomalia, debilitante di qualunque iniziativa e sforzo. La situazione non consente di servire una confessione, e se lo si fa vuol dire che si e' voluto servire la ragion di Stato del potere temporale della Chiesa romana. Anche se il Vaticano fa l'occhiolino a chi oggi si oppone alle eventuali scelte in merito da parte dei G8, non disdegnando gli incontri al vertice con gli stessi capi di Stato presenti a Genova (confermando cosi' un suo diffuso interesse a trovare soluzioni indipendentemente dalla parte che lo propone e che riesce a metterle in pratica), assecondare il blocco irrazionale e religioso (da parte di chiunque), vuol dire remare contro la lucidita' e le dimostrazioni scientifiche.
Che ognuno ne tenga conto.
 
 
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