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MUCCA PAZZA CONTINUA AD ESSERE TRA NOI
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Comunicato 
30 ottobre 2001 0:00
 


L’ADUC CHIEDE AL COMMISSARIO UE SU QUALI DATI SI BASANO LE POLITICHE DI PREVENZIONE

Firenze, 30 ottobre 2001. Il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito, ha inviato la seguente lettera al Commissario Europeo alla Sanita’ e alla difesa dei consumatori, David Byrne.
Gentile commissario
Sappiamo che il fenomeno "mucca pazza", nonostante una minore attenzione da parte dei grandi mezzi d’informazione, e’ tutt’altro che risolto: diversi divieti sono vigenti nei Paesi della Comunita’, e vari tentativi di venirne meno, sono andati a vuoto; inoltre il prorompere del morbo in un Paese come il Giappone, sta provocando preoccupazione e scompiglio anche piu’ del prevedibile, perche’ si e’ trattato di un fatto decisamente inatteso.
Per queste ragioni prestiamo sempre attenzione all’evoluzione dei fatti, in particolare a quanto istituzioni e ricerca stanno facendo in merito.
E’ dello scorso 26 ottobre la pubblicazione, sulla rivista Usa "Science", di uno studio di un gruppo di ricercatori dell’unita’ epidemiologica della Scuola d’Igiene e Medicina Tropicale di Londra, guidato dal prof.Jerome Huillard d’Aignaux che, fondandosi sulla complessa tecnica del "retrocalcolo" ha analizzato i dati di 84 casi della variante umana (CJD) della mucca pazza verificatisi in Gran Bretagna prima del 31 dicembre 2000, ed e’ arrivata alla conclusione che in questa decade le infezioni umane (e la morte, perche’ non si conosce alcun rimedio) saranno in una forchetta compresa tra alcune centinaia e qualche migliaio (al massimo 40.000).
Ma l’anno scorso, il dr Roy Anderson dell’Imperial College di Londra, a gennaio aveva parlato di 500.000 casi, ridimensionando poi la cifra, alcuni mesi dopo, a 136.000. Dati che alcuno ha smentito e che crediamo siano un riferimento per chi, come lei, fa scelte istituzionali che coinvolgono la vita e l’alimentazione di tutti i consumatori.
Le domandiamo chi ha ragione? Sono dati che si discostano di piu’ del triplo uno dall’altro, e sapere su quali di questi dati si basino le decisioni, non sarebbe secondario, anche per il consumatore finale.: ci darebbe la dimensione del fenomeno, la percezione su cui poi decidere, anche individualmente, i propri comportamenti. Anche perche’ ci risulta che partite di carne di dubbia macellazione sono ancora in giro in Gran Bretagna (vedi Sunday Times del 28-10-2001) e non e’ escluso in Europa, cosi’ come ci risulta che massicce campagne pubblicitarie di promozione della carne francese sono in corso in Italia, mentre si continua a registrare casi di mucca pazza (pur nella mancanza di clamore dell’informazione) in tutti i Paesi dell’Unione.
 
 
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