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PREZZO DEL BARILE DI PETROLIO E PREZZO DELLA BENZINA
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Comunicato 
4 ottobre 2001 0:00
 


COME NON FARE IL GIOCO DELLO STATO CHE VUOLE SOLO GUADAGNARE E CONTROLLARE

Firenze, 4 ottobre 2001. Il prezzo del barile di petrolio dei Paesi Opec e’ sceso a 19,65 Usd. Se pensiamo che solo due settimane fa, il prezzo medio settimanale era di 25,65 Usd, abbiamo una diminuzione di quasi il 24%.
Qualcuno ha visto tali percentuali di diminuzione nel prezzo alla pompa -dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito? No, e stia tranquillo che non li vedra’, cosi’ come non ha visto alcuna diminuzione da quando il barile costava sui 30 Usd. Ma li ha visti alzarsi quando la performance era verso l’alto, con tanto di Upi a motivare le loro difficolta’ per far si’ che gli aumenti non fossero della stesa entita’ di quelli del barile: sono scene abituali, dove la funzione dello Stato e’ sempre quella di stare "zitto-zitto" nell’angolo, senza farsi notare piu’ di tanto, che’ ha da incamerare come petroliere (AgipIp) e come Fisco (70% del prezzo al dettaglio).
E’ la tragica realta’ con cui dobbiamo confrontarci, senza farci prendere dalle sirene della magnanimita’ degli sconti fiscali prorogati (le 50 lire di carita’ che lo Stato fa pagare a tutti i contribuenti, compresi quelli che non acquistano benzina), o dei petrolieri in difficolta’ perche’ lo Stato si mangia cio’ che qualche temerario giornalista in cerca di scoop aveva trasformato in decreto gia’ approvato (le 85 lire di sconto per il benzinone, che porterebbe il suo prezzo al livello della benzina verde).
Un finto gioco delle parti, dove, nell’arena, lo Stato e’ riuscito a mettere i gladiatori con la promessa di invitarli al suo desco, che e’ e rimane quello del 70% di fiscalita’, a cui tutti possono attingere. Perche’ se il prezzo del barile va al di la’ delle portate politiche ed economiche di Stato e petrolieri, la fiscalita’ e’ a portata di mano: per modificarla non ci sarebbe bisogno di fare un viaggio a Riyadh o Teheran con il cappello in mano, per cui la si puo’ dilatare o restringere alla bisogna. Si potrebbe anche decidere (come noi auspicheremmo) che sia il mercato a stabilire e lo Stato a controllare il rispetto delle regole, ma bisognerebbe che lo stesso Stato stravolga cio’ che invece saldamente utilizza per controllare e guadagnare (AgipIp).
Intanto tutto e’ fermo e la vittoria di questo o quell’altro gladiatore nell’arena e’ il massimo dello spettacolo che viene concesso, tant’e’ che gli stessi gladiatori se ne sono convinti e scambiano la loro vittoria con il contendente del momento come un passo avanti verso la liberalizzazione del mercato. Ma non si accorgono della divisa che gli e’ stata messa e dell’arena in cui sono e vengono relegati.
Sara’ perche’ non siamo mai entrati in quest’arena (per cui riusciamo ben a coglierne i contorni e i fasti), ma sta di fatto che ci rendiamo conto che occorre una sorta di alleanza tra i gladiatori, per trasformarli in ex, contro l’imperatore/Stato che’, dall’alto degli spalti, non manovri piu’ decidendo sul gioco.
Abbiamo volutamente dato quest’immagine da "circo romano" per meglio rendere la situazione, e per chiamare gli attuali gladiatori (associazioni di consumatori consenzienti –per quanto possano contare- e petrolieri e dettaglianti) a venirne fuori, a non sottostare al circolo vizioso dove si riafferma solo ed esclusivamente il controllo statale sul mercato: occorre concentrare le forze e puntare li’ dove e’ il nodo del problema: la fiscalita’ da rapina. Con l’obiettivo di farla diventare una cosa "normale", cioe’ al 20%.



ALIMENTI: L'ALCOOL FA BENE SE.........

Roma, 4 ottobre 2001. L'alcool fa bene al cuore? Si, ma in piccole dosi, due bicchieri di vino per l'uomo e un bicchiere per la donna al giorno. E' indifferente che si beva vino, birra o liquori, quello che conta e' la quantita' di alcool assunta. La notizia -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- e' dell' Istituto nazionale per la salute e la ricerca medica francese (..e se lo dicono loro), che ha effettuato uno studio sugli effetti dell'alcool, smentendo le opinioni sull'azione benefica del vino rosso sulle coronarie. L'azione protettiva viene svolto dall'alcool, contenuto nelle bevande, indipendentemente dalla provenienza. La quantita' di alcool che si puo' assumere senza rischi e' diversa per l'uomo e la donna. Un esperimento ha dimostrato che i valori di alcool trovati nel sangue, sono maggiori nelle femmine che hanno assunto la stessa quantita' di alcool, che hanno la stessa eta' e peso dei maschi. Il motivo sarebbe dovuto alla differente rapporto tra massa muscolare e adiposa, alla attivita' di un enzima, responsabile del metabolismo alcolico e alle modificazioni ormonali durante il ciclo mestruale e la menopausa. Per arrivare alla cirrosi epatica, riporta l'Istituto francese, l'uomo dovrebbe bere cinque bicchieri di vino (75 cl, equivalenti a tre quarti di litro, una bottiglia) al giorno per 15 anni, mentre per la donna bastano tre bicchieri di vino al giorno per dieci anni (45 cl, circa mezzo litro). Il rapporto inoltre pone in relazione l'alcool con il cancro al seno: il rischio, per una donna bevitrice, aumenta del 10% per ogni bicchiere in piu', rispetto ad una non bevitrice.
In Italia muoiono a causa dell'alcool circa 30mila persone all'anno (15mila per cirrosi epatica, 3500 per carcinoma dell'esofago, 3000 per incidenti stradali, 8500 per cause correlate); gli alcolisti sono 1,5 milioni (1).
Passiamo la notizia al Ministro della salute: cosa vuol fare?
(1) Eurispes
 
 
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