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Il quotidiano l'Unita' chiude, perche' no, visto che non vende?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
30 luglio 2014 12:40
 
 Il quotidiano l'Unita' ha annunciato che dal prossimo 1 agosto sospendera' le pubblicazioni perche' non ha piu' soldi. Abbiamo avuto modo di leggere diverse opinioni di chi ritiene questo fatto come una “ferita per la democrazia” e non si contano gli appelli alle maggiori istituzioni perche' in qualche modo intervengano per scongiurarne la scomparsa.
Noi non ci stupiamo piu' di tanto e non facciamo nessun appello. Anzi. Diciamo che e' durato anche troppo, perche' sono anni che questo giornale -in ottima e numerosa compagnia- sopravvive a se stesso, non avendo piu' sufficiente quantita' di acquirenti e contratti pubblicitari, e nonostante i soldi pubblici. Averlo mantenuto fino ad oggi e' stata una illusione per chi ci lavorava e uno spreco dei soldi dei contribuenti. Siamo consapevoli che e' la legge sull'editoria che facilita operazioni editoriali di questo tipo e che sono decine e decine i giornali che campano grazie ai soldi dei contribuenti e non di coloro che, interessati, li acquistano o li usano come veicoli pubblicitari. E infatti noi saremmo per l'azzeramento di questa legge sull'editoria, di partito o meno poco importa: le imprese -incluse quelle editoriali- devono e possono essere tali solo se riescono ad imporre sul mercato i loro prodotti, non per il fatto stesso di esistere.
Noi di Aduc siamo un'associazione no-profit e non prendiamo nessun tipo di finanziamento pubblico (abbiamo rifiutato anche di essere, per questo, una ONLUS). Siamo in “perenne bolletta” perche' viviamo solo della nostra attivita' e dei liberi e volontari contributi dei cittadini che ritengono meritoria e necessaria la nostra presenza e i servizi che eroghiamo. Ma, per il momento, continuiamo ad esistere e a essere ricercati. Perhe' non deve essere altrettanto per altri, a maggior ragione quando non sono soggetti no-profit ma societa' di capitali con gli utili che vengono divisi tra gli azionisti?
Non siamo nati oggi e sappiamo che il nostro e' il Paese, per esempio, di Alitalia e delle sue voragini perennemente colmate dallo Stato. Ma crediamo sia opportuno cogliere l'occasione della chiusura di uno dei due quotidiani del Partito Democratico (stendiamo un velo pietoso anche su quello che si sembra il mercato dell'altro quotidiano di questo partito) per ricordare a chi ci governa, chi ci fa le leggi e chi determina il consenso per i due precedenti, che uno dei pilastri fondamentali per la ripresa e l'affermazione economica, politica e culturale (di cui l'informazione e' un pilastro) del nostro Paese, deve necessariamente passare attraverso chi e' capace di farsi ascoltare, scegliere ed acquistare e non attraverso chi sopravvive grazie ai propri legami politici.
E ci teniamo a precisare che non ci fa piacere di non poter leggere tutti i giorni, come abbiamo fatto fino ad oggi, il quotidiano l'Unita', ma prendiamo atto che i soldi che davamo al nostro edicolante per acquistarlo, nonostante i soldi pubblici che prendeva, non erano sufficienti. E' il bello, e il giusto, della democrazia, anche quella economica.
 
 
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