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SICILIA. ASSUNZIONE DI SACERDOTI DELLA CHIESA ROMANA PER ASSISTERE I MALATI.
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Comunicato 
2 ottobre 2001 0:00
 


L’ADUC INTERPELLERA’ LA CORTE DEI CONTI

Firenze, 2 ottobre 2001. La Conferenza Episcopale italiana ha firmato un protocollo d’intesa con il Presidente della Regione Sicilia, in cui si prevede l’assunzione di 200 sacerdoti che porteranno assistenza spirituale ai ricoverati negli ospedali regionali. La Cei direttamente designera’ i sacerdoti.
Interviene il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito.
Sono quei brutti momenti della vita civica e religiosa che frequentemente caratterizzano la comunita’ italiana. Perche’, anche se il fatto e’ "circoscritto" alla regione Sicilia, ci riguarda tutti, in quanto italiani e contribuenti alle finanze di questo Stato.
Non ci sembra che gli ospedali siciliani siano portati a modello, in Italia e nel mondo, per cui valutiamo che abbiano uno standard medio rispetto a quello di tutti gli altri della Penisola. In questo standard, il problema piu’ grosso che ogni amministratore di Asl deve affrontare, e’ quello di far quadrare i bilanci cercando di soddisfare la domanda sanitaria degli assistiti, cioe’, in parole povere, mancano sempre i soldi.
Nel contempo non siamo a conoscenza di virtu’ terapeutiche della religione cattolica apostolica romana nei processi di guarigione di questa o quell’altra malattia (e non crediamo che sia stata fatta una scelta rispetto a potenzialita’ miracolistiche tipo sangue di San Gennaro, o le varie madonnine piangenti sparse in qua e in la’).
E allora, la mancanza cronica di soldi, come si concilia con gli stipendi che dovranno essere pagati a questi 200 sacerdoti?
Sempre nel contempo ci rendiamo conto che in un ospedale, oltre a medici, infermieri, strutture, inservienti, cucinieri, custodi, etc.. c’e’ bisogno anche di una assistenza –diciamo- psicologica, ma perche’ appaltarlo (immaginiamo senza bando di gara) alla Cei?
Ancora nel contempo, crediamo sia un fatto positivo che dei religiosi vadano li’ dove c’e’ piu’ sofferenza per portare il loro verbo, ma perche’ cio’ deve essere pagato da tutti i contribuenti? Questi religiosi, non si sentono a disagio in questo loro privilegio? E se una richiesta analoga fosse avanzata da un’organizzazione che sovrintende agli affari materiali della religione islamica, cioe’ una sorta di Cei dell’Islam, avrebbero altrettanti miliardi di lire a disposizione?
Per queste ragioni abbiamo dato mandato al nostro studio legale di analizzare la questione (c’e’ ovviamente di mezzo anche il Concordato tra Stato italiano e Chiesa romana, oltre che all’autonomia speciale di una Regione quale la Sicilia), perche’ sia posto un quesito davanti alla Corte dei Conti della regione Sicilia, nonche’ a quella nazionale.
Per concludere, ci rendiamo conto che questa decisione del Governo siciliano segue quella dell’obbligo del grembiule per gli scolari (deliberato dall’assessore alla Pubblica istruzione Fabio Granata alla fine del mese di agosto), ma, pur se questa dei grembiuli e’ una decisione "senza spesa" per la Regione ma solo per le famiglie degli scolari, ci domandiamo se ci sia un limite all’uso delle istituzioni come fossero la sezione del proprio gruppo politico e religioso.
 
 
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