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VOTAZIONI REFERENDARIE
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Comunicato 
7 ottobre 2001 0:00
 


"MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO"
L’ESPERIENZA DI VOTO DEL PRESIDENTE ADUC NELLA CLANDESTINITA’ DELL’INFORMAZIONE

Firenze, 7 ottobre 2001. Stamane alle ore 11 circa mi sono recato in una scuola elementare del quartiere di Rifredi, a Firenze, dove ho la residenza, per votare il referendum nazionale sulla revisione costituzionale e quello cittadino sull’insediamento di un centro commerciale. Ho cercato invano, nei corridoi che mi portavano all’aula in cui avrei votato, e dentro la stessa aula, qualche cartello che spiegasse cosa stavo andando a votare. Tra l’altro le schede, come avevo appreso dalla scarsa informazione che ho potuto avere nei giorni scorsi, non sarebbero state molto esplicative, perche’ avrebbero riportato solo dei numeri di riferimento alle norme da approvare o bocciare, quindi, pur conscio della strage di legalita’ che i responsabili politici ed amministrativi avevano fatto nelle settimane precedenti negando il diritto degli elettori ad essere informati, mi sarei aspettato quantomeno gli abituali manifesti esplicativi del ministero degli Interni, e del Comune per il referendum cittadino.
Niente, solo degli incomprensibili manifesti di convocazione dei comizi.
Ho chiesto lumi su questa assenza al presidente della sezione elettorale. Mi e’ stato indicato che erano nella stanza antistante la sezione, ma gli ho fatto notare che non c’erano e mi ha dato ragione, giustificandosi sul fatto, per esempio, che l’urna per raccogliere le schede votate nel referendum cittadino, erano arrivate solo stamane a ridosso dell’apertura del seggio. "Questo e‘ quanto ci hanno mandato" –e’ stata la sconsolante conclusione del presidente con altrettanti scrutatori che annuivano.
Incuriositi da queste mie domande, che avevano provocato un po’ di attenzione negli scarsi elettori che si apprestavano ad esercitare il loro diritto, una elettrice ha esclamato "ma cos’e’ questo referendum cittadino, non erano due schede per la stessa cosa?", ed ha chiesto ad uno scrutatore di cosa si trattasse; avuta la spiegazione VERBALE (e ovviamente estemporanea, in quanto non nei compiti istituzionali che lo stesso scrutatore stava svolgendo), la signora ha esclamato "ora che so di cosa si trattava, peccato: ho votato il contrario di come avrei fatto se fossi stata informata ….".
Non ho fatto verbalizzare al presidente questa assenza di informazione, perche’ il problema e’ stato ampiamente segnalato in piu’ sedi, anche istituzionali, anche se non in questa fase esecutiva. Ma ho voluto riportare questa testimonianza, perche’ nel momento in cui mi hanno consegnato le schede per la votazione, senza vena polemica nei confronti di scrutatori ignari e vittime, ma quasi pensando ad alta voce, ho mormorato "mi vergogno di essere italiano".
Vincenzo Donvito
Presidente Aduc
 
 
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