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Capire per meglio combattere. Affermare i diritti contro nuovi gerarchi e nuovi irrazionali
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Editoriale di Vincenzo Donvito
14 maggio 2013 14:27
 
Credere, obbedire, combattere. In tanti ricordiamo che questo era un motto del regime fascista italiano del secolo scorso. Un motto inviso ai piu' e che oggi sembra tornato in voga tra molti politici e amministratori del nostro Belpaese. Si e' convinti che la causa sia giusta e, anche se ci sono evidenti sbavature e storture rispetto ai codici civile e penale, nonche' la Costituzione, poco importa: il fine giustifica i mezzi, per cui “credere, obbedire, combattere” e' importante per il raggiungimento dell'obiettivo, presunto nobile.
Noi di Aduc, non solo non siamo cosi', ma abbiamo una dose di impegno civico che ci fa essere in prima fila anche e soprattutto contro i cultori di questo metodo di gestione della cosa pubblica.
E ne siamo cosi' consapevoli che riusciamo anche ad osservare quella sorta di “Sturm und Drang” che, a livello individuale, sembra prendere diversi presunti non-rassegnati alle scorribande di questi novelli gerarchi del motto mussoliniano. Mi spiego. Lo “Sturm und Drang”, nella seconda meta' del XVIII secolo era un movimento culturale e letterario con un programma di integrale rivalutazione dell'irrazionale nella vita e nell'arte in opposizione a quello che si riteneva l'intellettualismo illuminista, dove prevaleva la razionalita'. Motivo per cui, nel lessico comune, e' un modo di dire che, anche in virtu' della sua traduzione letterale (tempesta e impeto), sta ad indicare un comportamento in cui l'individuo, rompendo i vincoli di leggi e convenzioni, mette se stesso al centro di tutto anche e soprattutto in modo irruento e irriverente verso istituzioni e potere costituito.
Come non vedere in questo ultimo atteggiamento quello della maggior parte degli italiani (e non solo) che, non facendo parte dei “privilegiati” che si accodano ai gerarchi del “credere, obbedire, combattere”, si rifugiano nel proprio io con una serie di comportamenti civici che, per semplificare, riduciamo a:
- non partecipazione al voto,
- evasione fiscale per salvarsi invece di far fronte e opporsi ai soprusi,
- delirio di onnipotenza in ogni contesto (i frequentissimi maleducati navigatori di Internet sono solo la punta di un iceberg),
- furbizia in ogni contesto pur di salvare se stessi e pur a discapito degli altri.
“Sturm und Drang”, quindi, come contrapposizione ai fini di sopravvivenza contro i gerarchi, e i loro fidi, del “credere, obbedire, combattere”. Dove questi ultimi sono, per esempio:
- i Comuni e lo Stato che, spesso in regime di illegalita', comminano multe per il mancato rispetto di questo regime,
- i giudici che li assecondano con sentenze che bisticciano con l'abc dell'intendere razionale e giudiziario,
- gestori privati di servizi di pubblica utilita'' che si comportano come associazioni a delinquere,
- rappresentanti istituzionali che invece di rappresentare il corpo elettorale che li ha inviati dove sono, rappresentano solo gli interessi dei rispettivi padroni che li hanno scelti per far numero a loro vantaggio in questa o in quell'altra istituzione.
Tragici? Esagerati? Esasperati? Paranoici? Razionalisti fuori tempo e “irrazionali” rispetto ad un presente che necessita di altri modi di confrontarsi basati su forza e furbizia piuttosto che sulla ragione?
Crediamo di no!! Percio' siamo sereni e convinti nel chiedere ad ogni persona che ci legge di darci una mano contro i nuovi gerarchi e il nuovo sturm und drang. A partire dal darci i mezzi per proseguire nella battaglia che oggi ci vede in parte feriti grazie ad una sentenza del tribunale di Firenze che ci ha condannati per aver dato spazio, in modo rispettoso delle leggi vigenti, al diritto di espressione dei navigatori in web.
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