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Biodiversita'. Alimentazione e Dna
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Medicare? di Giuseppe Parisi
19 luglio 2010 12:58
 
Chi osserva le ricerche nel campo medico-scientifico, con pubblicazioni e riviste specializzate a diffusione Internazionale, non puo' non osservare che i lavori ivi riportati, sovente si confondono e si contrastano tra loro, anche nello spazio di breve tempo.
Per fare un esempio, il caso della Vitamina C. Se ne sono sentite di tutto di piu'. Siamo giunti perfino alla Vitamina C molto piu' che dannosa, semplicemente pericolosa. A dosaggi elevati cagionerebbe e/o favorirebbe il cancro al polmone. Quanto sia il dosaggio elevato, non si sa. Sembra quello di pochi grammi giornalieri, 3/5, sara' mai possibile?
Non e' la prima volta che una sostanza sia incriminata, per poi vederla scagionata.
Altro studio e' stato quello sul caffe'. Il caffe' e' stato inteso come alimento neutro, nel senso che non determinava ne' benefici ne' svantaggi. Il caffe' dopo diveniva dannoso per alcune patologie di alcuni organi: stomaco/gastrite, cuore/infarto/ipertensione arteriosa, e adesso confermato a difesa del cancro di testa e collo, ma non della laringe; le motivazioni della settorialita', non si conoscono, saranno necessari altri studi.
E che l'essere umano dipenda, prima di ogni altra faccenda, da cio' che mangia, finalmente e' dottrina scientifica. Il 'padre della medicina', Ippocrate, lo aveva compreso 400 anni prima del punto zero, quello di Cristo. Negli ultimi cento anni, la scienza e la medicina hanno compiuto, per fortuna, passi da gigante. Nuove scoperte e importanti acquisizioni, con alcune di esse che stanno rappresentando le pietre miliari del futuro della scienza: la scoperta del genoma dell'uomo, e quella della cellula umana totipotente, le staminali utilizzate con finalita' terapeutiche.
Oggi genetica e alimentazione presentano parallelismi e fattori integrati.
Ad esempio, esiste un parallelismo tra il DNA umano e la nutrizione, cioe' quello che mangiamo, che comporta modificazioni al DNA con vari meccanismi. Il cibo offerto dalla filiera agro-alimentare del territorio e' specifico, e genera informazioni al DNA umano, la specificita' agro-alimentare e' subordinata nella biodiversita'. Non e' immaginabile sostenere cosa comportera' la perdita di biodiversita'. Essa e' gia' in atto su un pianeta surriscaldato e inquinato. Quali segnali riceve il nostro DNA dalle informazioni che provengono
dall'esterno? Diversita' biologica umana e agro-alimentare, cosa significa? Per esempio, i farmacisti di un tempo, quelli che sapevano che le essenze che dovevano essere preparate, quelle che reagivano meglio e piu' velocemente, erano quelle che appartenevano al medesimo territorio del paziente.
Ancora, un nutrizionista che volesse imporre regole relative ad un cibarsi equilibrato, raccomanderebbe di nutrirsi con frutta di stagione e fresca, scartando, anzi evitando quella fuori stagione ovviamente di produzione in serre.
La nutrizione industrializzata sta generando disastri sulla salute umana.
Il diabete killer e l'obesita' giovanile endemica, sono solo un primo atto. Per il momento, in meno di un ventennio, i pazienti sono quadruplicati.
La scienza conosce bene l'importanza del salvaguardare la salute attraverso l'alimentazione, e con gli sforzi della ricerca e' alla scoperta di modelli nutrizionali ottimali da estendere alla popolazione globalizzata. Si prende a modello quella mediterranea che non e' certo male, ma e' la metodologia a essere sbagliata, perche'?
Poche settimane addietro, negli Usa ad Atlanta, al Center for Disease Control, l'istituto Americano simile al nostro Istituto superiore di sanita', erano state tirate le somme circa la precedente campagna per orientare le scelte nutrizionali degli americani, operazione non riuscita, anzi fallimentare, disastrosa. L'istituto superiore di sanita' Americano, si occupa e preoccupa di governare e migliorare le scelte nutrizionali degli americani, in una popolazione ove oltre la meta' e' alle prese con malattie metaboliche, diabete e obesita'.
E in Italia? Ci stiamo arrivando.
Presto la situazione sfuggira' di mano, e il sovrapprezzo al sistema sanitario gia' impoverito, mandera' quest'ultimo in tilt. Quello che non si vuole, o si fa finta di non comprendere, e' che equilibrata alimentazione, salute e tutela dell'ambiente sono fattori interdipendenti, anzi indissolubili. Tutela dell'ambiente in principio, gestione delle risorse, controllo qualita', risoluzione e protocolli sulle sostanze in agricoltura, fonti
energetiche pulite, sono solo punti iniziali per uno sviluppo ecosostenibile. Dobbiamo tornare al territorio e salvaguardare con ogni mezzo l'intima biodiversita'. L'educazione alla conoscenza del territorio, alle risorse e alle proprieta' nutrizionali, non possono rimanere lontani dalle scuole e dai bambini.
Il progetto dell'istituto di sanita' Americano e' fallito sostanzialmente per questo: a un bambino non puoi spiegare che l'olio di oliva che condisce l'insalata verde e' piu' salutare del buon croissant. Ne consegue che il bimbo a scuola non riceva alcuna buona educazione e/o informazione, e una volta a casa la pubblicita' televisiva fara' il resto.
La regola vale anche per gli adulti.
Senza un aggancio con il territorio, con la tradizione dei popoli e dei loro modi di coltivare la terra, o di rapportarsi al sistema agro-alimentare, ogni sforzo sara' destinato a fallire sul piano pratico.
I risultati sono drammatici, bisogna fare in fretta.
E da dove si comincia con un governo del Paese che privatizza l'acqua e apre le “salutari” centrali nucleari, che tante buone “informazioni daranno al nostro DNA?

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