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 ITALIA - ITALIA - Popolazione: siamo oltre 60 milioni grazie agli immigrati
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Notizia 
26 febbraio 2009 0:00
 
Pur inferiore a quello del 2007, si mantiene molto positivo il saldo migratorio in Italia, confermando le caratteristiche di attrattivita' del Paese per cittadini neo-comunitari ed extra-comunitari.
In virtu' di questi fattori la popolazione nel complesso aumenta e, a fine 2008, potrebbe aver oltrepassato la soglia dei 60 milioni di residenti. Lo evidenziano le stime anticipatorie dei principali indicatori demografici in Italia, rese note oggi dall'Istat.
Continua a crescere la popolazione in eta' anziana in Italia, grazie ai continui progressi di sopravvivenza, mentre la popolazione in eta' lavorativa tende a invecchiare ma si riduce poco in quanto alimentata dall'arrivo degli immigrati.
Riprende la fecondita' fra le giovani italiane coadiuvata anche dall'arrivo dei giovani immigrati che vanno a ricostituire in Italia il nucleo familiare del Paese d'origine.
In particolare, si confermano sia il processo di aumento della durata media della vita con contemporanea riduzione del differenziale di sopravvivenza tra uomini e donne, sia il fenomeno piu' recente relativo alla ripresa della propensione ad avere figli. Quest'ultima viene sostenuta in maniera sempre piu' significativa da madri residenti al Centro-nord mentre, parallelamente, si fa significativo il contributo delle madri straniere.
Nel 2008 la dinamica naturale (differenza tra nascite e decessi) registra un saldo negativo di circa 3 mila 700 unita'.
Il dato e' migliore di quello osservato nel 2007 (-6 mila 800), ma peggiore di quello del 2006, anno nel quale si e' avuto un saldo naturale positivo (+2 mila 100 unita').
La stima per le nascite e' pari a 576 mila unita', per un tasso di natalita' pari a 9,6 per mille residenti. Si tratta di circa 12 mila nascite in piu' rispetto al 2007 (per ritrovare analoga cifra nel recente passato occorre risalire indietro al 1992). La stima relativa ai decessi sfiora le 580 mila unita' per un tasso di mortalita' pari al 9,7 per mille.
Anche in questo caso -evidenzia l'Istat- si tratta di una cifra ragguardevole tenuto conto che, non considerando il dato 'anomalo' del 2003 (586 mila decessi per via delle avverse condizioni meteorologiche invernali ed estive), ci si trova di fronte al piu' alto livello mai registrato dal secondo dopoguerra.
 
 
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