Prima di stipulare un contratto con un cliente, le aziende di telefonia mobile in genere s'informano sulla sua solvibilita'. Se questi appare come un cattivo pagatore, la societa' si tira indietro. Un bel guaio per il malcapitato, che magari e' stato insolvente una volta sola e tanto tempo fa, o addirittura e' vittima di omonimia o di dati non corretti. "Quando si finisce nella lista nera, e' difficile uscirne", spiega un esperto legale dell'Associazione dei consumatori VKI. Ma questa prassi sta per tramontare: la Corte suprema austriaca ha infatti dato ragione allo sfortunato cliente di una societa' telefonica, che aveva chiesto invano d'essere cancellato dalla bancadati (l'azienda non solo non l'aveva tolto dal registro dei morosi, ma offriva informazioni ad altri enti e banche). La sentenza stabilisce che, trattandosi di banchedati accessibili a chiunque, e non essendoci una base legale, l'azienda e' tenuta a cancellare i dati su richiesta dell'interessato. Entro otto settimane.