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Tessere sconto fasulle? Esposto alla Procura della Repubblica
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Osservatorio legale di Elisa Fontanelli
15 agosto 2008 0:00
 
Promettono sconti tramite una tessera gratuita, invece ti obbligano a spendere duemila euro. Continuano i raggiri dei venditori porta a porta delle societa' padovane.
Dopo le numerose segnalazioni pervenuteci dai molti consumatori raggirati, abbiamo deciso di presentare alla Procura della Repubblica di Firenze un esposto-denuncia al fine di accertare se il sistema di vendita messo in atto da numerose societa', integri o meno gli estremi del reato di truffa contrattuale. Queste aziende di vendita a domicilio, non ultima Pianeta Casa di Ge.DA S.r.l., hanno tutte sede in provincia di Padova e operano nel Centro-Nord Italia: Veneto, Friuli, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Marche, Umbria e Toscana. Partendo da un caso concreto avvenuto in provincia di Firenze, abbiamo coinvolto la Procura fiorentina.
La vendita avviene attraverso la visita a domicilio di un rappresentante della societa' che offre una shopping card che consentirebbe di ottenere forti sconti sugli acquisti di prodotti che verranno venduti presso un fantomatico centro commerciale di prossima apertura.
 
Cio' che inizialmente si presenta come un'occasione imperdibile, per usufruire della quale occorre firmare un documento di accettazione, si rivela invece un raggiro tanto semplice quanto costoso. In occasione della visita di un secondo venditore le carte in tavola cambiano e si fa presente agli ignari sottoscrittori che quello firmato e' un contratto che impegna ad acquisti di circa duemila euro.
 
Ci eravamo già occupati della vicenda (1) ma, poiche' queste societa' continuano ad operare, pur con nomi diversi, abbiamo deciso di procedere penalmente.
Invitiamo chiunque abbia sottoscritto un contratto con queste caratteristiche, a presentare un esposto nella propria Procura della Repubblica, seguendo il modello della nostra denuncia.
 
(1) I comunicati stampa Aduc sulla vicenda:
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Qui di seguito l'esposto-denuncia presentato alla Procura della Repubblica di Firenze nei confronti della società Pianeta Casa di Gestione Dati S.r.l.:
 
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE
Atto di esposto – denuncia
L’Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, con sede in Firenze, Via Cavour 68, in persona del proprio rappresentante pro tempore Vincenzo Donvito, espone quanto segue.
Da molti mesi giungono, tramite il nostro servizio di consulenza telefonica e on-line “Cara Aduc” (www.aduc.it), molte segnalazioni di persone che denunciano di essere state raggirate da agenti di società di vendita di articoli per la casa, i quali, durante visite a domicilio, propongono l’adesione a tessere sconto da utilizzare in centri commerciali di “prossima apertura”. Attraverso tali premesse inducono i potenziali clienti a sottoscrivere inconsapevolmente contratti di acquisto della merce reclamizzata.
Le denominazioni delle società divergono a seconda della zona di azione, ma il modo di operare è sempre lo stesso. Il fenomeno delle “tessere sconto” è già noto alle Autorità giudiziarie e riguardano società che in passato hanno operato in varie regioni d'Italia (doc. 1). (clicca qui). 
All'uopo si rappresenta che il Tribunale Ordinario di Padova, in data 14/03/08, a seguito di un ricorso ex art. 700 c.p.c. presentato dalla Camera di commercio di Padova ex art. 37 D. Lgv. 206/05, ha sancito il carattere vessatorio di alcune clausole riportate nel contratto predisposto da GE.DA. S.r.l. con sede in Padova (doc. 2 e 3 ).
Una di queste, in particolare la società PIANETA CASA di GESTIONE DATI S.r.l, con sede legale dichiarata in Chirignago di Venezia (VE), Via Miranese 255, C.a.p. 30171, ma dal Registro delle Imprese risultante in Via Dignano 2/A a Padova, risulta ad oggi operante anche nella provincia di Firenze (a titolo di esempio, lettere inviate a Cara Aduc di cui al doc. n. 4 e 5).
In particolare, accade che a seguito di una telefonata che pubblicizza l'offerta, i rappresentati della società Pianeta Casa di Gestione Dati S.r.l. si presentino a domicilio proponendo l’utilizzo di una “shopping card” che consentirebbe di ottenere sconti che vanno dal 30% al 50% in acquisti di prodotti, tra cui pentole e biancheria per la casa, che verranno commercializzati in un punto vendita Pianeta Casa prossimo ad aprirsi nelle vicinanze. Il luogo indicato per l’apertura è sempre diverso, a seconda del domicilio del consumatore prescelto, e lo stesso vale per la data di apertura dell’esercizio commerciale.
Nel frattempo gli stessi lasciano gratuitamente in visione ai potenziali clienti un campionario o un catalogo dei prodotti acquistabili.
I clienti vengono convinti ad accettare l’offerta sul presupposto che la tessera sconto, con validità di 5 anni, sia completamente gratuita.
Questo, infatti, è quanto viene ripetutamente sottolineato dagli agenti di Pianeta Casa. Per ottenerla basta sottoscrivere un documento. Gli unici limiti esplicitati dagli agenti sono quello di effettuare almeno un acquisto nei 5 anni presso il punto vendita o tramite catalogo, e che il tetto massimo di spesa oltre il quale non e' possibile ottenere sconti è in genere di € 1.980,00 (doc. 6).
I clienti vengono inoltre avvertiti che a breve riceveranno la visita di un secondo rappresentante che illustrerà l'offerta nel dettaglio e consegnerà la shopping card.
Talvolta nessuno si presenta al secondo appuntamento, ma ciò non incide sulle sorti dei clienti, per i motivi che in seguito illustreremo. Molto spesso, invece, dopo circa 20 giorni si presenta il secondo rappresentante, il quale spiega che per onorare il contratto la shopping card deve essere “caricata”, ossia i clienti devono pagare il corrispettivo indicato nel contratto stesso, e ciò deve essere fatto in quell'occasione.
Si svela, così, agli ignari clienti che attraverso la sottoscrizione del documento presentato dal primo agente si sono vincolati ad effettuare acquisti per un ammontare minimo pari a € 1,980,00, ovvero proprio quell’importo che era stato loro indicato come, invece, tetto massimo di spesa entro il quale ottenere lo sconto.
Molte persone, a quel punto, pur comprendendo l’errore nel quale sono caduti, ritengono di non poter fare altro che pagare essendo stati loro stessi a sottoscrivere il documento-contratto, ed essendo ormai decorso il termine per esercitare il diritto di recesso indicato nel contratto (doc. 7).
Questo punto è bene evidenziarlo poiché rientra nella strategia complessiva messa in atto dai sedicenti venditori di Pianeta Casa.
Le clausole negoziali predisposte dalla società sono formulate in modo assai vago ed indeterminato, rendendo difficilmente distinguibile il vero oggetto del contratto anche al lettore più attento. Se si considera che l’oggetto della cessione, sul momento, è la shopping card, risulta automatico associare dette clausole all’utilizzo della stessa card. Ciò porta a sottovalutare la portata della nota informativa ove si illustrano le modalità e la tempistica per esercitare il diritto di recesso. Non si vede per quale motivo, infatti, i clienti si debbano preoccupare di recedere da ciò che si presenta come un’opportunità di ottenere degli sconti! (doc. 7 clausola n. 2).
Il rappresentante indica che pagamento può essere effettuato versando l’importo integralmente, a rate, o con caparra, indipendentemente dall’effettivo acquisto di un prodotto, ma data l’obbligatorietà della spesa, viene spesso consigliato di ordinare almeno un prodotto tra quelli mostrati nel catalogo.
Di fronte al disappunto generalmente mostrato dai clienti, il rappresentante si prodiga a tranquillizzarli spiegando che possono pagare l'importo tramite piccole e comode rate, sottoscrivendo un contratto di finanziamento con un istituto di credito (doc. 7 clausola n. 5). Un secondo contratto, stavolta con una finanziaria, viene dunque prontamente mostrato e, molto spesso, sottoscritto dagli stessi clienti che non vedono altra via d'uscita.
Il risultato, dunque, è che tramite questa operazione - l’offerta di una tessera sconto - clienti si trovano ad avere vincoli contrattuali con due soggetti distinti: da un lato con la società che fornisce la card, con il sotteso obbligo di pagamento indipendentemente dall’effettivo acquisto di un prodotto, dall’altro, con la finanziaria che nel frattempo versa alla società l’intero importo indicato nel contratto.
Se invece non viene sottoscritto il contratto di finanziamento, il rappresentante si dichiara generalmente disponibile ad accettare una somma a titolo di acconto. Non di rado, infatti, i clienti, pur di limitare il danno e soddisfare così almeno in parte le pressanti richieste dell’agente, pagano seduta stante importi che variano dagli € 250,00 a € 1.200,00, dei quali non viene lasciata alcuna ricevuta fiscale.
Evidenziamo, inoltre, che in nessun caso, tra quelli segnalati, ad oggi risulta realizzata l’apertura di un punto vendita Pianeta casa presso il quale utilizzare la card.
* * *
Tanto si espone affinche' la Ill.ma Procura di Firenze indaghi e valuti se procedere o meno qualora si ravvisino estremi di reato di cui agli artt. 640 e 61 n. 7 c.p, ovvero ogni altro reato che ravviserà.
La sottoscritta richiede di essere informata ai sensi dell'art. 408 c.p.p in caso di archiviazione del procedimento relativo al seguente esposto-denuncia.
Con osservanza,
Firenze, lì ….
Firma
(Vincenzo Donvito)
 
 
Si allegano i seguenti documenti:
Comunicati diffusi dall'Aduc sull'argomento;
Copia ordinanza emessa dal Tribunale ordinario di Padova in data 14/3/08;
Articolo de “Il Mattino” del 29/3/08 che pubblicizza la vicenda;
Lettera di Cara Aduc del 3 dicembre 2007;
Lettera di Cara Aduc del 20 novembre 2007
Nota d'ordine predisposta da Pianeta casa;
Condizioni generali di contratto predisposte da Pianeta Casa.
 
 
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