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Banca121: testimonianza di 'un'inutile testimonianza'
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Articolo di Alessandro Pedone
27 giugno 2011 17:56
 
Alcuni mesi fa due finanzieri si presentano a casa mia, mi devono notificare l'ordine di un Pubblico Ministero di Teramo per testimoniare in un processo penale nel quale sono coinvolti i vertici dell'allora Banca 121 per la tristemente nota vicenda dei piani finanziari MyWay e 4You.
“Ma non si poteva usare semplicemente le poste come per qualsiasi atto giudiziario?” - chiedo ingenuamente - “No. Questa è la procedura. Dobbiamo avere la certezza che il teste sia informato.” Così due finanzieri perdono almeno due ore per notificarmi questo atto per un'udienza che si terrà al Tribunale di Giulianova, in Abruzzo.
Poco tempo dopo ricevo una cortese telefonata di un gentilissimo Maresciallo della Guardia di Finanza di Teramo che mi annuncia l'annullamento dell'udienza. Arriveranno i soliti finanzieri a notificarmi il fatto, ma per il momento il Maresciallo ha voluto, cortesemente, informarmi.
Ed infatti, i finanzieri arrivano, ma io non sono in casa. Allora mi telefonano per stabilire come notificarmi quest'atto. Si stabilisce che vado io presso la direzione centrale a Firenze.
Questa volta, quindi, la mattinata la perdo io, invece dei due finanzieri che avevano già fatto un viaggio a vuoto per formalizzarmi una cosa che già sapevo. Fra l'altro il “Finanziere Scelto” (questo il suo titolo) mi dice che aveva provato a rintracciarmi anche nella sede centrale dell'Aduc ma non vi aveva trovato nessuno. Chiedo a quale indirizzo era andato e verifichiamo che gli avevano dato il numero civico sbagliato (verificarlo non è difficile nell'era di Internet). La seconda notifica, quindi, è costata due uscite a vuoto di due finanzieri ed una mezza mattinata del sottoscritto. “Ma non si poteva usare semplicemente la posta, almeno per comunicare che l'udienza non c'è più, considerato anche che ero già stato informato sebbene informalmente?” - domando sempre più ingenuamente - “No. Questa è la procedura.” Vedere gli uffici di questi poveri servitori dello stato è uno strazio. Viene la depressione ad un estraneo che ci passa meno di mezz'ora, figuriamoci cosa dev'essere per delle persone che ci lavorano una vita. La stato di obsolescenza di ogni infrastruttura è talmente palpabile che sembra di respirarlo.
Poco tempo dopo, nuova notifica e nuovo viaggetto a vuoto a casa mia. La stupenda signora che ci aiuta a tenere pulita casa era molto allarmata nel comunicarmi che erano passati due finanzieri. Segue la solita telefonata con la quale ci accordiamo. Il finanziere scelto mi dice che preferisce se passo io perché “se dobbiamo passare a casa noi, dobbiamo venire in divisa e... pare bbruttto” (brutto? - penso io - mah...).
Alla fine ci accordiamo per notificarlo presso l'associazione, adesso ha il numero civico corretto...
Il finanziere è sempre squisito e gentilissimo. Mi piange il cuore a vedere una professionalità del genere sprecata in atti tanto inutili. Questa volta mi risparmio la solita domanda, lo saluto e lo ringrazio.
Adesso devo organizzare il viaggio. Da Firenze a Giulianova sono quasi 5 ore di treno. L'udienza è alle 10 di Lunedì 27 Giugno ed è necessario dormire la notte prima. Parto quindi la domenica rinunciando ad un giorno di villeggiatura con la mia famiglia a Viareggio.
La mattina del lunedì sono in tribunale. Sono appesi fogli che indicano che l'udienza si tiene nell'aula 2 del tribunale. All'ultimo momento decidono però che si tiene nell'aula 1 perché è più grande (non lo sapevano prima?) e quindi si vedono pellegrinare un po' di persone smarrite che non avevano ricevuto la comunicazione verbale.
L'udienza inizia con ritardo per varie questione ed alla fine, verso le 12:30 vengo chiamato.
Il giudice dichiara una pausa di “un minuto” durante la quale io mi aggiro per l'aula con la schiera di avvocati (una decina) che confabulano. Ascolto l'avvocato più anziano che dice “il prossimo lo blocchiamo immediatamente che tanto deve dire solo opinioni sue, no?”.
Ritorna il giudice. Squilla la campanella assordante e vengo chiamato al banco dei testimoni a recitare la formula di rito “Consapevole della responsabilità morale e giuridica... ecc. ecc.”. Il PM mi fa la domanda e gli avvocati subito si oppongono. Il giudice mi chiede che ruolo ho svolto nella vicenda ed io cerco di spiegare – molto succintamente – come e in quale veste mi sono occupato di piani MyWay e 4You arrivando perfino a fare uno sciopero della fame per chiedere alla Consob di occuparsene.
Il PM mi chiede se mi ricordo il materiale pubblicitario con il quale venivano promossi questi piani finanziari. Li descrivo. Il PM chiede di specificare se c'erano delle indicazioni relative al rischio di questi prodotti. Ricordo che c'era un bollino con la scritta “Rischio Basso”. Il Giudice mi chiede se ricordo di che colore fosse il bollino ed io dico che non ricordo il colore.
Qui finisce la mia testimonianza. Meno di 5 minuti. La difesa non mi fa domande ed io me ne torno a casa. Mi aspettano altre cinque ore di viaggio, sarò a casa alle 20 fra coincidenze e ritardi. La cancelleria del tribunale, forse, mi rimborserà i biglietti del treno. Di sicuro non il pernottamento e men che meno le altre spese.
Il senso di inutilità e di spreco di tutto questo è molto forte.
Perché ho dedicato due giorni per andare a testimoniare in un processo su un volantino pubblicitario che era non solo pubblico, ma anche agli atti del processo?
Avrei fatto meglio, come hanno fatto altri, a non presentarmi?
No! Mi sono risposto che non avrei fatto meglio.
Se vuoi avere il diritto di criticare e cercare di cambiare le istituzioni, devi, in primo luogo rispettarle. “Fai ciò che devi, accada quel che può” è stato, da sempre, il mio motto.
Però, com'è difficile in questa povera Italia...
 
 
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