Radio Studio 54, l’emittente fiorentina
posta sotto sequestro nei giorni scorsi con l’accusa di diffamazione e odio razziale, è ulteriormente sotto l’attenzione del Tribunale di Firenze, che ha disposto anche l’oscuramento delle piattaforme digitali su cui l’emittente di Guido Gheri aveva continuato a trasmettere. Piattaforme che sembra siano in Usa e sulla cui possibile azione delle disposizioni del tribunale nutriamo dubbi tecnici. Vedremo, perché la questione, tecnica, giudiziaria e politica sicuramente non si ferma qui.
Ci sono tre aspetti da valutare. Quello giudiziario, quello politico e quello tecnico.
Giudiziario
La nuova disposizione del pubblico ministero di Firenze è logica: i magistrati applicano la legge, con discrezionalità come in ogni caso, ma lo fanno fino a prova contraria dei loro eventuali errori. E per questo ci pare opportuno che chi viene colpito da questi provvedimenti prenda tutte le iniziative legali possibili per farli sospendere. E’ bene ricordare che il pubblico ministero di Firenze agisce in virtù di norme dei codici che puniscono i reati d’opinione, disposizioni che sono tali dopo che vi sono state inserite a metà del secolo scorso dal cosiddetto codice Rocco del periodo fascista.
Ci rimane il dubbio –
ENORME –
su perché il magistrato abbia voluto porre sotto sequestro tutta la radio e non solo la trasmissione in cui si consumava il presunto reato, magari inibendo il conduttore dal continuare a procrastinare il presunto reato pena provvedimenti più pesanti (pecuniari, per esempio) sempre sulla specifica trasmissione. Il giudice ha voluto invece coinvolgere tutta l’emittente, colpevole complessivamente per sua valutazione.
Discrezionalità: giusto il metodo, ma sul merito tecnico-giudiziario, pur in presenza dei reati presumibilmente commessi, soggetta a lesioni di diritti fondamentali del nostro patto civico e legale. Anche qui, vedremo cosa proporranno ed otterranno le varie opposizioni legali che ci risulta siano in atto da parte dell’emittente.
Politico
Il merito per cui questa radio è sottoposta a questi provvedimenti non ci riguarda: qui stiamo parlando di altro, di libertà di espressione e di opinione; e questa libertà o è tale o non è! Sulla condivisione o bontà di ciò che è stato pronunciato in trasmissione, è bene che ognuno lo valuti da sé, nel proprio privato intimo e politico. Le accuse fatte sono pesanti da un punto di vista umano, espressioni pronunciate in trasmissione con linguaggio “colorito” e “fastidioso”, anche se non molto diverso, e molto meno violento, da quello che si ascolta – in ogni direzione politica – sui social media e nelle discussioni cosiddette da bar.
E’ bene ricordare che i due Mattei oggi all’attenzione politica nazionale diffusa (Salvini e Renzi) in diverse occasioni si sono pronunciati per l’abolizione dei reati d’opinione, e con loro diversi dei deputati dei loro partiti. Ora, in questi giorni Matteo Salvini sembra sempre più “dispiaciuto” per la sua perdita di potere a livello governativo e quindi non escludiamo che – sollecita, sollecita, viste anche le simpatie di Guido Gheri per la sua parte politica – non possiamo escludere che si senta libero di solidarizzare contro quel che è accaduto (cosa che, da ministro dell’Interno si è ben visto dal fare prima…) …. ma questo - a parte la autosoddisfazione umana di qualcuno -
non servirebbe a niente. Anzi: acuirebbe contrapposizioni che in merito possono essere solo dannose. Qui stiamo parlando di diritti di libertà e, pur se il Matteo Renzi sta zitto perché lui dovrebbe essere di sinistra, le direzioni ideologiche della politica sono a nostro avviso il peggior nemico delle libertà fondamentali del nostro patto civico ed istituzionale, benchè queste libertà oggi siano scritte “
male” nei nostri codici.
Grande dimostrazione di statisti sarebbe, per esempio, una iniziativa parlamentare comune di questi due leader in merito.
Fantapolitica? Per noi sarebbe una buona occasione di ampio respiro per perfezionare le regole del gioco anche nei meccanismi di alternanza democratica.
Tecnico
Le disposizioni del giudice fiorentino che dovrebbero bloccare la diffusioni delle trasmissioni proibite, sono a nostro avviso in contrasto con l’aspetto tecnico delle stesse. Si dice che il blocco delle trasmissioni via web, con server in Usa, dovrebbe avvenire per il territorio italiano e basta…. Come per le partite di calcio in rapporto ai loro diritti di diffusione.
Vedremo.
Abbiamo i nostri dubbi. E, quand’anche ciò fosse tecnicamente raggiunto, siamo convinti che non potrebbe esserlo totalmente, e non stiamo parlando solo di hackeraggio. Tutto questo per dire che queste disposizioni censorie oggi non hanno più senso tecnico, sono inadeguate, anacronistiche e, di fatto, impossibili.
Quindi: inutili. Ci sono fior fiore di confronti internazionali in materia, tutti che non riescono al momento a pervenire ad una soluzione… se non quella che ci riconduce all’aspetto politico che abbiamo esplicitato prima: A.D. 2019, Rete mondiale, libertà digitale per tutti.
Aspetto politico che si impone su quello tecnico e che ci porta ad una domanda/conclusione: dobbiamo per il presunto problema di uno (i reati italiani d’opinione) levare la libertà a tutti? E concludiamo:
può l’opinione, per quanto odiosa possa essere valutata dai singoli, essere un reato?
A noi sembra una nuova buona occasione per darsi da fare a non continuare a girare intorno al problema…. Ed assumere iniziative e decisioni che, se ad una visione superficiale e sottostimata possono sembrare radicali, sono invece di semplice buon giudizio e buon governo.