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LIBERTA' D'ESPRESSIONE, STATO E CERTEZZA DEL DIRITTO. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
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Comunicato 
12 novembre 2007 0:00
 
Firenze, 12 Novembre 2007.

Caro Presidente,
siamo a scriverLe nella speranza che le Istituzioni, in cui ostinatamente vogliamo continuare a credere, possano porre rimedio ad una grave violazione del diritto costituzionale alla libera manifestazione del pensiero ad opera delle Istituzioni stesse. Le chiediamo solo pochi minuti del Suo tempo e, qualora non riuscissimo a convincerLa della necessita' di un Suo intervento, riterremo quale unico responsabile la nostra inadeguatezza nel comunicarLe l'urgenza dei fatti.

La nostra associazione ospita forum di discussione sul proprio sito Internet, interamente dedicato alla difesa dei diritti dei cittadini consumatori. I forum ("Di' la tua"), con una media attuale di 3-400 messaggi al giorno, non sono moderati e non prevedono l'iscrizione o la registrazione dei partecipanti. Sono liberi e dissertano di tutte le attualita' sociali, religiose, economiche e politiche. Ci permettiamo di non pubblicare solo quegli interventi che sono palesemente fuori tema (ad esempio messaggi di spam), o che manifestano un vero e proprio intento di provocare violenza su qualunque persona o cosa. Questa nostra scelta di non moderare i forum significa dare spazio a tutte le libere espressioni del pensiero, anche quelle che potremmo ritenere sbagliate e persino aberranti. Questo perche' la liberta' di espressione e' per noi un valore infinitamente superiore alle nostre singole opinioni e nozioni di decoro.

I fatti. Nel novembre 2006 la Procura della Repubblica di Catania, su sollecitazione dell'associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, ha sequestrato e censurato integralmente due forum titolati "GESU E" e "LUCIO MUSTO, CASCIOLI, ALEX, ECCETERA", ritenendo sussistente in essi il reato di vilipendio di una confessione religiosa. All'epoca ci siamo opposti al sequestro, ma senza successo. Poi, nell'ottobre 2007 il Pubblico Ministero ha notificato a tre utenti dei due forum altrettanti avvisi di garanzia, individuando in nove frasi -fra le migliaia contenute nel materiale sequestrato- il reato di vilipendio di una confessione religiosa, ex articolo 403 del codice penale. Di seguito, abbiamo nuovamente presentato al Pubblico Ministero, dott. Lombardo, istanza di dissequestro dei due forum, ad eccezione delle nove frasi incriminate, frasi che dovranno comunque essere valutate dalla magistratura giudicante. Questo perche' e' evidente che per poche frasi non e' giustificato il sequestro di altre centinaia e centinaia di legittime espressioni del pensiero, espressioni che lo stesso PM non ha ritenuto di poter incriminare.

Ma in data 25 ottobre 2007, il Gip di Catania, dott. Sebastiano Cacciatore, ha rigettato l'istanza di dissequestro con la seguente motivazione che La preghiamo, caro Presidente, di leggere attentamente: "ritenuto che il sito web in sequestro contiene espressioni gravi che costituiscono pubblica offesa alla confessione religiosa cattolica ed integrano il delitto di cui all'art. 403 c.p., cio' perche' anche se tale reato risale ad un tempo in cui diverso era il contesto sociale e politico, puo' bene affermarsi che lo Stato accorda ancora alla religione della stragrande maggioranza degli italiani quella protezione che ex art. 406 c.p. tutt'ora accorda agli altri culti ammessi, di minore diffusione."

E' da notare, come prima cosa, che l'articolo 406 c.p. non esiste, in quanto abrogato. La motivazione appare quindi viziata da macroscopico errore in diritto. Ma anche ove l'articolo in questione fosse tutt'ora in vigore, appare evidente che l'ordinanza del Gip giustifica la censura non gia' di poche frasi incriminate, ma anche e soprattutto delle rimanenti libere e legittime espressioni del pensiero contenute nei due forum perche' offenderebbero -anche senza violare legge alcuna- la "religione della stragrande maggioranza degli italiani". Ne va da se', Signor Presidente, che siamo in presenza di un provvedimento illegittimo ed infondato che va a colpire quel diritto costituzionale di cui siamo a scriverLe.

Forse non molti sono in grado di apprezzarlo, ma l'apparente "offensivita'" di cui sono accusati alcuni interventi sui nostri forum, ha molti difetti, ma anche alcuni straordinari pregi. Prima di tutto il merito storico, in quanto chi in futuro vorra' capire l'Italia -tutta- di oggi lo potra' fare molto meglio leggendo questi liberi forum piuttosto che quelli filtrati ad immagine e somiglianza dei loro moderatori. Basti pensare alle preziose testimonianze, talvolta anche "oscene", lasciateci dagli abitanti di Pompei sui muri delle loro abitazioni. Per capire, ad esempio, se in questo momento storico di massicce migrazioni siamo davvero tolleranti o se invece siamo anche un po' razzisti e xenofobi, basta leggere alcuni nostri forum, senza dover svolgere costosissimi sondaggi o orecchiare conversazioni di piazza. Le obiezioni e le opinioni, anche quelle che riteniamo piu' sbagliate ed offensive, ci aiutano a capire e gestire le tensioni create dal fenomeno migratorio, tensioni che mettono a rischio il processo di integrazione e la convivenza civile. Questi forum rispecchiano molto fedelmente la nostra societa', anche quella parte che forse non vorremmo vedere, e pertanto sono utili a chi sente la necessita' di cambiare le cose.

Stiamo gia' predisponendo il ricorso in appello avverso l'ordinanza del Gip, e siamo pronti a batterci in tutte le sedi appropriate, fino alla Corte europea dei diritti dell'uomo, nonostante le notevoli spese che questo comporta ad un'associazione autofinanziata come la nostra. Ma come e' noto, i tempi della giustizia sono lenti, lentissimi, e potranno passare molti anni prima che si ponga rimedio ad una grave lesione del diritto umano, prima ancora che costituzionale, alla liberta' di pensiero. E questa ferita diviene sempre piu' profonda ogni ora, ogni giorno in cui quelle libere espressioni rimangono oscurate. Convinti delle nostre ragioni e ben consapevoli delle conseguenze, siamo pronti a violare l'ordinanza del Gip per difendere e riaffermare un diritto superiore. Ma prima di fare questo, e' nostro dovere esaurire ogni tentativo per permettere alle Istituzioni stesse di rimediare ad i propri errori. Inoltre, anche due interrogazioni parlamentari presentate alla Camera dei Deputati (una lo scorso novembre 2006) non hanno avuto alcuna risposta da parte dei ministeri competenti.

Voltaire famosamente scriveva: "disapprovo tutto cio' che dici, ma difendero' fino alla morte il tuo diritto a dirlo". Questa frase, sempre molto citata ma cosi' poco praticata, riassume le motivazioni di questa nostra battaglia. L'articolo 21 della Costituzione non protegge solamente le manifestazioni largamente condivise del pensiero, che evidentemente non hanno bisogno di protezione alcuna, ma anche e soprattutto quelle che talune autorita' potrebbero giudicare inappropriate o irriverenti.

In qualita' di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, organo di controllo dell'operato del potere giudiziario, e soprattutto di garante della Costituzione repubblicana, siamo a chiederLe, Signor Presidente, il Suo aiuto.

Nel salutarLa, La ringraziamo per l'attenzione che vorra' dare a questa nostra richiesta.

Vincenzo Donvito, presidente
 
 
 
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