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I narcos e le guerre in corso. Un altro mondo. Il caso Libano
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7 aprile 2024 11:17
 

 Fa specie rilevare che le Forze di Sicurezza Interna (ISF) del LIbano abbiano, nei giorni scorsi, sequestrato 25 Kg di cocaina base nascoste in un carico di banane su una nave proveniente dall’Ecuador, quindi, dal Pacifico, si presume via canale di Panama, Caraibi, Atlantico, stretto di Gibilterra, Mediterraneo. Una modesta quantità, 25 Kg, che presuppone la presenza di laboratori in zona che, con l'uso di permanganato di potassio (un disinfettante che non si compra dal droghiere sottocasa e che in farmacia è generalmente dispensato con precauzione), la trasformino in cocaina per la vendita al dettaglio. Questo ci dice che il Libano, oltre ad essere produttore del “famoso” hashish (spesso sequestrato dalla polizia), si prodiga nella produzione di cocaina, pur se in quantità modeste (quelle sequestrate…) che, poi, trasferisce con molta probabilità in Israele e Paesi della penisola araba, con acquirenti più facoltosi per una sostanza che difficilmente è usata dai meno abbienti.

Fa specie perché accade in questo periodo, in cui sentiamo parlare di LIbano come luogo di origine dei missili che gli Hezbollah sparano su Israele come supporto al gruppo terroristico Hamas. Dopo che, proprio nei giorni scorsi, il capo del governo italiano è stato in visita ufficiale sempre in Libano anche per le truppe italiane lì in missione come contingente dell’Onu.

Il mondo, cioè, va avanti con le sue dinamiche che, fatti non secondari in corso col supporto dell’Iran agli Hezbollah, non modificano di una virgola l'economia di un Paese che si basa molto sull’illegalità, della droga nel nostro caso. Continuando a far attraccare navi che arrivano dall’altra parte del mondo, dopo aver presumibilmente passato controlli e controlli come se nulla fosse, con sostanze che servono a variegare le offerte di mercato, più abbordabili per distanza (Afghanistan, con prevalenza di eroina, sempre in auge nonostante il forte calo di produzione) e Siria con l’anfetamina captagon.

E’ la potenza del narcotraffico, con complicità istituzionali che ogni tanto vengono fuori, ma che ha propria vita parallela non scalfita dai pur molto coinvolgenti avvenimenti in corso.

Chissà come sarebbe anche questa parte del Pianeta se le economie non dovessero essere così alterate da una illegalità che, ufficialmente, è combattuta anche dai governi religiosi in carica e dai loro altrettanti religiosi sostenitori.
Una cosa è certa: illegalità chiama illegalità, e questa non contribuisce a rapporti distesi con popolazioni e altri Paesi.


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