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ASSICURAZIONE CASALINGHE: ANCHE LA BEFFA
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Comunicato 
13 gennaio 2002 0:00
 


PAGARE O NON PAGARE PER IL 2001? E CHI HA GIA' PAGATO?
L'ADUC CHIEDE L'INTERVENTO DEL MINISTRO DEL WELFARE ROBERTO MARONI

Firenze, 13 gennaio 2002. L'assicurazione obbligatoria per le casalinghe, oltre ad essere una debacle per la sua applicazione (cosi' come ci hanno fatto sapere i dati diffusi dall'Inail: un quinto dei presunti obbligati -6 milioni- avrebbero versato il dovuto), e strutturalmente un balzello inutile (si e' rimborsati solo per invalidita' superiori al 33%, e non in caso di morte), e' anche una beffa.
Infatti tra dicembre e gennaio sta arrivando nelle case di diversi italiani che l'Inail presumibilmente ritiene obbligati, una lettera in cui e' allegato il bollettino di pagamento per il 2001 e quello per il 2002. Si sa che la scadenza per il versamento del 2002 e' il 31 gennaio, ma per il 2001? A cosa serve? Ha forse un valore retroattivo da far valere per chi ha avuto un infortunio? No, perche' la retroattivita' (dal 1 gennaio 2002) vale solo per i versamenti 2002 effettuati entro la scadenza del 31 gennaio. Allora, essendo una tassa non pagata, e' obbligo versarla perche' non lo si e' fatto per il 2001? Ma quando non si paga una tassa, ci dovrebbe essere la sanzione (che qui e' prevista con il raddoppio della stessa) e la comunicazione dovrebbe essere quantomeno con una raccomandata, non con una lettera semplice come nel nostro caso. Ma le sanzioni, l'Inail ha fatto sapere che sono sospese fino alla fine del 2005. E allora, a cosa serve la richiesta di pagamento per il 2001, che, se inviata, si presuppone a ragion veduta?
Una serie di interrogativi -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- a cui difficilmente avremo risposta. Ci ha provato un cronista del quotidiano "La Voce" di Rimini, e si e' sentito rispondere dal locale sindacato e dalla locale sede dell'Inail che doveva pagare, ma si e' sentito dire anche il contrario dalla sede regionale dell'istituto assicurativo e cosi' anche dalla sede nazionale, ma tutto con condizionali, senza certezze.
Insomma l'odioso e inutile balzello sponsorizzato a suo tempo dalla Federcasalinghe di Federica Rossi Gasparrini e dall'allora ministro del lavoro Cesare Salvi, sta mostrando lentamente tutto cio' che, prima dell'approvazione avevamo gia' evidenziato: una beffa per lo Stato e per i suoi sudditi. Nel primo caso, perche' nella gestione della sua applicazione e' un coacervo di approssimazione (si paga o non si paga il 2001?), spreco (l'invio di bollettini che presumibilmente non devono essere pagati) e lassismo (la proroga di quattro anni -fine 2005- delle scadenze); nel secondo caso perche' il suddito contribuente non e' messo nella condizione di certezza del diritto (che fare? Pagare o non pagare?), ma subisce un danno economico (per chi avesse pagato il bollettino 2001 -sempre che non si debba pagare-, dubitiamo nel rimborso o nell'accredito di quella cifra per l'anno 2002).
A questo punto, anche per non passare dalla beffa alla tragedia (nessuno puo' escludere, in questa confusione, che, chi avendo versato il balzello rispettando i tempi della legge, si ritrovi ad averne bisogno e ad essere, invece, considerato un evasore) occorre un intervento del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Roberto Maroni. A cui abbiamo inviato questa nostra nota, chiedendo di fare chiarezza sulla situazione, fino a considerare l'abrogazione totale di questo obbligo: non si capisce perche' un soggetto sociale ed economico legalmente inesistente, come la casalinga, debba essere investito di un obbligo. Doveri e diritti, ci sembra, dovrebbero andare di pari passo …
 
 
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