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FS/WAGONS-LITS: VIAGGIO CON L'IRRAZIONALE E IL PASSATO
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Comunicato 
20 agosto 2001 0:00
 



Firenze, 20 Agosto 2001. Questa e' la cronaca di una viaggio su una carrozza wagons-lits tra Bologna e Bari, la notte tra il 18 e il 19 agosto. La riportiamo -dice Vincenzo Donvito, presidente dell'Aduc- perche' nel suo dato di colore e' il sintomo della drammaticita' in cui versa un servizio che, gestito in regime di monopolio dalla Wagons-lits, non ha quelle caratteristiche che ad un utente medio lo farebbero accettare pur in assenza di scelta: la conferma, cioe', che quando non c'e' concorrenza e stimolo ad essere migliori di un altro, la qualita' ne risente, e non poco.
Comincia col vagone, il n.17, che non e' scritto da nessuna parte sull'esterno della vettura, ma che solo chiedendo alla gentile cuccettista, si viene a sapere essere quello: considerato che l'attesa in stazione, tra arrivo e partenza del treno (che proveniva da Torino) e' di soli quattro minuti, non stiamo parlando di orpelli e grafici di abbellimento, ma di elementi essenziali ad individuare la carrozza su cui si e' prenotato.
La cabina: poco meno di due metri per poco piu' di altrettanti due metri, con un letto pulito, ma ... l'aria condizionata a livello altissimo e senza possibilita' di autoregolarla o regolarla per tutto il vagone (spegnere o accendere: dice il cuccettista n.2, e consiglia di mettere asciugamani sul bocchettone di uscita dell'aria fredda, in modo da attenuare l'invivibilita' dell'ambiente). Per fortuna c'e' il finestrino apribile, e quindi si puo' in parte ovviare facendo entrare rumore e vento caldo. Dotato di nastro adesivo (materiale che notoriamente i frequentatori di wagon-lits si portano dietro ....) si puo' incerottare uno dei due cuscini a disposizione sul bocchettone insieme ad un asgiugamano. Questi ultimi, inoltre, non si capisce perche' siano solo del formato "bide'": una cura particolare al tipo di funzioni che si evince anche dal fatto che, sotto il mini-lavandino, c'e' uno sportellino con dentro un enorme (per le dimensioni medie di tutto l'ambiente) pitale in porcellana, con lunga bocchetta ottocentesca per versare gli escrementi liquidi. L'allogiatoio del pitale e' puntualmente scambiato, nonostante i cartelli, per cestino dei rifiuti, viste anche le dimensioni lilliputziane di quest'ultimo (evidentemente nel progettista e arredatore della struttura la funzione del pitale e' maggiore di quella di un banale cestino dei rifiuti).
Il necessaire da toilette e' costituito da una mini-saponetta, un presunto igienico copri tazza del wc (due, esterni alle cabine, per tutto il vagone) e una salvietta per pulirsi le scarpe ... strana concezione di cosa possa essere utile per l'igiene personale ... e l'estetica (vista la priorita' delle scarpe su ogni altro oggetto d'abbigliamento). L'acqua minerale e' in dotazione, ma continua (chi scrive sono svariati decenni che frequenta questi vagoni) a troneggiare sul lavabo la scritta e la figura di "acqua non potabile" relativa a quella del rubinetto: il dubbio sull'uso di quest'acqua per pulirsi corpo e, soprattutto, denti, e' molto alto. Cosi' come, accanto allo specchio, c'e' una presa di corrente con scritto "220 volts" e "Usare solo per rasoio elettrico, si declina ogni responsabilita' per uso improprio" ... domanda: se e' una presa a 220, perche' solo il rasoio, e quale sarebbe l'uso improprio?
Inoltre in questo spazio ci sono ben tre portacenere a incastro nel muro, di quelli che bisogna fare talmente tanta forza per aprirli che, se ci si riesce vengono via con tutto il loro contenuto: comunque TRE posaceneri in 2metrix2, in un luogo in cui, quando si e' in due, e' vietato fumare.
Tutto questo per la bellezza di Lit.174.500 che vanno aggiunte al biglietto di prima classe (quando si e soli e' obbligatoria la prima classe!), in questo caso tra Bologna e Bari (90 mila).
Una nota finale: quando si sale in vettura (che dovremo, da oggi, dire "a bordo"), il cuccettista consegna una "carta d'imbarco", essenzialmente dedicata ai prezzi del servizio caffetteria, dove saltano agli occhi le 2500 lire per il caffe' espresso e le 2000 per il caffe' liofilizzato (c'e' qualcuno che prenderebbe il caffe' liofilizzato, magari perche' costa meno?). Visto quanto costa la "camera" e visto che fino a qualche anno fa ti portavano un caffe' o un cappuccino per cortesia, viene spontaneo apostrofare la Wagon-lits con l'epiteto di "pezzenti".
Questa e' l'Italia monopolista di Trenitalia, che troneggia col suo simboletto, accanto a quello della Wagon-lits, in ogni pubblicistica.
 
 
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