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GIORNALI ON-LINE SENZA REGISTRAZIONE
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Comunicato 
23 febbraio 2002 0:00
 


VITTORIA? SOPRAVVIVENZA! MENTRE VIENE STABILITO CHE NON TUTTI SONO UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE: PER QUELLI PIU' UGUALI CI SONO PIU' DIRITTI E SOLDI DELLO STATO.
L'OBIETTIVO RIMANE L'ABOLIZIONE DELL'OBBLIGO DI REGISTRAZIONE PER TUTTI I GIORNALI

Firenze, 23 febbraio 2002. La legge comunitaria 2001 e' stata approvata definitivamente dal Parlamento ed e' in attesa di essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Per quanto riguarda i giornali on-line e' stata esplicitato il non-obbligo della registrazione della testata giornalistica di chi fa informazione, a meno che la stessa non voglia avvalersi delle provvidenze della legge sull'editoria approvata nel marzo 2001.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Se consideriamo l'ampia mobilitazione che era seguita all'approvazione della legge sull'editoria, in un certo senso si puo' "cantare vittoria", perche' tutti coloro che fanno informazione in Rete non sono piu' minacciati di chiusura senza un direttore responsabile iscritto all'Ordine dei Giornalisti. Resta da capire qual'e' -se c'e'- il costrutto giuridico che porta a creare questa distinzione tra due testate che fanno entrambe informazione, perche' se sarebbe stato comprensibile sancire che tutte le testare online non sottostanno alla legge sulla stampa, la distinzione invece ci sembra solo una concessione al potere vincolante dell'ordine dei Giornalisti in materia. Mentre, dall'altra parte e' una concessione di sopravvivenza, sancita dalla codificazione della diseguaglianza di fronte alla legge, cioe' la violazione di uno dei principi-base del nostro ordinamento giuridico: per le testate giornalistiche "piu' uguali" sara' possibile usufruire dei vantaggi e contributi economici previsti dalla legge sull'editoria, per quelli "meno uguali", resta solo la possibilita' di competere partendo e restando in una posizione svantaggiata. Alla faccia del libero mercato dell'informazione, perche' in questo modo e' stato creato il mercato dei "ricchi" e quello dei "disgraziati", dove i primi sono quelli osservanti le vecchie leggi e per questo beneficiati dai soldi dello Stato, e i secondi sono i "ragazzi dell'informazione" a cui gli si concede di continuare a fare il giornalino scolastico.
Siccome l'obiettivo rimane l'abolizione dell'obbligo di registrazione per tutti i giornali (on-line o cartacei che siano), sara' bene che si' e' mobilitato ed ha ottenuto questa concessione di sopravvivenza, non si fermi, considerandola chissa' quale vittoria.
 
 
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