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NUOVI ACCORDI CONTRO LA PIRATERIA MUSICALE
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Comunicato 
16 gennaio 2002 0:00
 


GLI INUTILI PROVVEDIMENTI PER UN MERCATO CONTROLLATO E ALTERATO DA CHI FA DEL LUCRO CALPESTANDO IL DIRITTO AL CONSUMO …. AIUTATI DA UN LEGISLATORE INCAPACE DI COGLIERE I NUOVI CONSUMI E I NUOVI MERCATI

Firenze, 16 Gennaio 2002. L'Agenzia delle Dogane ha siglato un accordo con la Federazione Antipirateria Audiovisiva (Fapav) e la Federazione contro la Pirateria Musicale (Fpm): intensificando raccolta, scambio e analisi di informazioni, intende favorire controlli mirati sui traffici illeciti. Secondo l'Agenzia delle Dogane, si tratta di "uno strumento innovativo per assicurare una piu' stretta collaborazione che ha come obiettivo quello di favorire le imprese che lavorano correttamente".
Dovremmo tutti sentirci piu' sicuri e sereni -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- ma non e' cosi', perche' cio' che registriamo e' solo fumo, di fronte ad un fenomeno -di cui la pirateria e' solo l'espressione criminale- trascurato ed esasperato da politiche commerciali castranti, per produttori e consumatori. Stiamo parlando della diffusa esigenza di strumenti di supporto per la comunicazione (in particolare artistica, ma non esclusivamente) che considerino le esigenze che, grazie a Internet, sono balzate al centro della quotidianita' di moltissimi consumatori.
Per ora, la risposta dei "grassatori del mercato" e' stata quella di prezzi impossibili rispetto ad altri mercati (in Italia un cd costa anche piu' di 20 euro: quasi il triplo del mercato Usa). Mentre in questi ultimi mesi alcune case discografiche stanno introducendo sul mercato cd anti-copia che, oltre a non essere ascoltabili dai lettori dei computer, ledono il diritto dei consumatori a farsene copia per uso personale.
Va da se' che un settore che fa sempre piu' riferimento ai file-sharing (file musicali condivisi dagli utenti di Internet) dopo l'inutile chiusura del primogenito Napster, o dove in Rete trova gratuitamente film che oggi sono nelle prime visioni delle sale cinematografiche (sul sito www.kazaa.com si puo' scaricare il software per vedersi film come "Harry Potter" di Chris Columbus, o "Ocean's Eleven" di Steven Soderbergh), non risente assolutamente di questi accordi dell'Agenzia delle Dogane … anche perche' le dogane virtuali sono impossibili da controllare.
Si sta facendo il solito errore di chi, incapace di mettere la propria capacita' industriale e creativa al ritmo delle esigenze dei nuovi gusti ed esigenze, nonche' dei nuovi mercati mondiali, non trova di meglio che il protezionismo, fino al vero e proprio proibizionismo (come nel caso dei cd anti-copia). Se c'e' una domanda alta e a bassi-costi di supporti registrati (economicamente stimolata dal fatto che in altri mercati -come quello Usa- non creano scompiglio, ma ricchezza per produttori e liberta' di scelta e d'uso per i consumatori … quindi mercato), la risposta non e' far si' che sul mercato continuino ad esserci solo quelli costosi e quelli anti-copia. A fronte di un'alta domanda di un certo prodotto, se questo non si trova, va da se' che la delinquenza si organizza per offrirlo, e non saranno gli accordi anti-pirateria come quello di oggi a fermarla; anzi la renderanno piu' pericolosa perche' usera' sistemi sempre piu' sofisticati di penetrazione, che presuppongono necessita' di maggiori guadagni e quindi maggiore criminalita'.
Anche in questo caso dobbiamo sottolineare come, la lezione di Internet, e' ancora lungi dal coinvolgere i nostri produttori, i nostri legislatori e i nostri tutori dell'ordine. Mentre sembra che stia ben coinvolgendo i consumatori e coloro che, criminalmente, si prodigano per fornire loro cio' che non hanno.
La latitanza del legislatore e' diventata cronica, perche' basterebbe aprire le dogane e il mercato ad ogni produttore, facilitando -come avviene in tanti altri settori della produzione- anche le cosiddette etichette minori.
 
 
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