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SOIA TRANSGENICA
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Comunicato 
21 gennaio 2002 0:00
 


TUTTI CI DICONO CHE IN ITALIA NON VIENE USATA, MA PERCHE' IMPORTIAMO DA PAESI DOVE SI PRODUCE ILLEGALMENTE O LEGALMENTE SOIA TRANSGENICA?
L'ADUC RIVOLGE IL QUESITO AL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE

Firenze, 21 gennaio 2002. Il quotidiano brasiliano "Zero Hora" di Porto Alegre (capitale dello Stato di Rio Grande do Sul) nella sua edizione di domenica 20 gennaio ha riportato un reportage sulle coltivazioni di soia transgenica nel nord di quello Stato, che, quantomeno, ci fa venire piu' di un dubbio per i nostri acquisti in Brasile.
Due giornalisti del quotidiano, in considerazione che il loro Stato e' il terzo produttore di soia in Brasile, e che ufficialmente non rientra in alcun esperimento Ogm, hanno intervistato in forma anonima i proprietari di trenta aziende (medie, piccole e grandi) che producono soia: 28 di esse illegalmente seminano e raccolgono solo prodotti Ogm, una si appresta a farlo per la prossima semina, e la trentesima ricorre ai sementi "tradizionali". Si tratta di semi che vengono comprati illegalmente da trafficanti che li importano dall'Argentina, e li vendono ad un prezzo triplo rispetto al costo dei sementi tradizionali, ma -dicono i coltivatori- il guadagno finale del raccolto e' maggiore anche del 50% rispetto alle coltivazioni tradizionali.
Inoltre l'associazione brasiliana dei produttori di semi, fa sapere che piu' della meta' del prossimo raccolto che iniziera' a marzo, sara' transgenico, e quelli che verranno nei prossimi anni si prevede che lo saranno per una percentuale ancora maggiore.
Sara' bene ricordare -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- che il 90% dei raccolti di soia nel mondo sono concentrati in quattro Paesi, e dopo gli Usa (che sono al primo posto con circa la meta' della produzione), segue il Brasile con circa un quinto (13 milioni di ettari), e poi l'Argentina e la Cina con un decimo a testa. In Argentina, inoltre, il 90% della produzione di soia e' ufficialmente e legalmente transgenico.
Premesso che non abbiamo nulla contro le coltivazioni transgeniche, ma molto contro chi non informa il consumatore su cosa contiene il cibo che ha scelto di mettere nel suo piatto, visti i rapporti abbastanza intensi dal punto di vista agroalimentare che il nostro Paese ha con il Brasile, e visto che in Italia non e' consentito l'uso di prodotti transgenici, ci domandiamo quale soia importiamo. E quand'anche fosse soia "tradizionale", vista la situazione di presumibile illegalita' di buona parte della produzione brasiliana, siamo proprio sicuri che non sia transgenica?
Rimane poi sempre aperto il capitolo "importazione dall'Argentina", ma qui, avendo a che fare con una produzione del 90% transgenica legale, vogliamo credere (col dubbio di passare per "troppo buoni") che, caso mai, e visto che anche con l'Argentina abbiamo rapporti agroalimentari intensi, attingiamo solo da quel 10% di produzione tradizionale.
La domanda la giriamo al nostro ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, chiedendo dati, numeri e certezze su cosa scambiamo con Argentina e, soprattutto, visto il dato di illegalita' denunciato dal reportage del quotidiano "Zero Hora", con il Brasile.
 
 
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