Il 15/03/2024 in sede di assemblea condominiale, alla disamina del punto 1 dell'ordine del giorno, si approvava il consuntivo con riserva di controllo da parte di alcuni condomini, in quanto la consegna dei documenti è avvenuta a ridosso della convocazione.
Al 2 punto, dopo aver esaminato il preventivo, abbiamo approvato, nominato e votato un nuovo amministratore con maggioranza 521,35
L'amministratore revocato, risentito della mancata conferma, chiudeva arbitrariamente e immediatamente l'assemblea, ritirando i documenti e senza più procedere alla disamina di altri 2 punti dell'ordine del giorno ancora da trattare, per cui i condomini, interdetti da tale comportamento, lasciavano man mano la sala, rimanevano comunque, il segretario (peraltro suo collaboratore esterno) e il presidente.
A distanza di quasi un mese, e dietro invito di alcuni condomini, è stato sollecitato l'invio del verbale, ma lui tergiversa adducendo al fatto che il verbale non è stato firmato nè dal segretario nè dal presidente. Sappiamo che un condomino contrario alla revoca sta passando dai condomini assenti per convincerli a rifare l'assemblea e le votazioni.
Si chiede pertanto se l'assemblea è valida a tutti gli effetti e se il comportamento di questo condomino, dell'amministratore uscente e del presidente siano perseguibili.
Ringrazio anticipatamente.
Anna

Risposta:
l'amministratore che abbandona l'assemblea perchè non è stato confermato è poco professionale e costituisce inadempimento dei suoi doveri. Eventuali danni, quindi, potrebbero essere richiesti allo stesso.
Se non è stato fatto alcun verbale, purtroppo nulla di ciò che è stato deciso ha valore. Pertanto, è necessario sollecitare il presidente e la segretaria a procedere con la redazione del verbale, quantomeno per i punti su cui c'è stata deliberazione. In alternativa, dovrete fare una nuova assemblea.
Per quanto riguarda il condomino che cerca di rifare un'assemblea per confermare il vecchio amministratore, non c'è nulla di illecito. E' infatti possibile che l'assemblea possa ricredersi e revocare una decisione presa in precedenza.