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La concorrenza, le barriere 'burocratiche' all'entrata e i taxi
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Macromicro economia di Domenico Murrone
1 giugno 2007 0:00
 
Non c'e' concorrenza. La concorrenza farebbe scendere i prezzi. Ah! Se ci fosse piu' concorrenza!
Se ne parla tanto in Italia, purtroppo i consumatori ne vedono poca. Ci soffermiamo su una delle cause che rendono il nostro Paese lontano da un reale sistema economico concorrenziale: le barriere "burocratiche" all'entrata, quegli ostacoli di natura giuridica e non economica che impediscono a nuovi soggetti di intraprendere un'attivita' in un determinato settore.

Iniziamo dalla definizione di concorrenza: quella condizione nella quale piu' imprese competono sul medesimo mercato, inteso come il luogo d'incontro ipotetico tra domande ed offerta, producendo i medesimi beni o servizi (offerta) che soddisfano una pluralita' di acquirenti (domanda).

Un mercato concorrenziale favorirebbe da un lato i consumatori che avrebbero a disposizione beni/servizi a prezzi adeguati, dall'altro l'intero sistema economico. Si dispiegherebbero, in pratica, i benefici degli stimoli innovativi che la concorrenza comporta. Questo scenario, ideale, raramente si concretizza, per molteplici cause. Di frequente un ostacolo e' la presenza di barriere troppo alte all'entrata. In un settore dove per anni operano sempre gli stessi attori, prima o poi si arrivera' ad un accordo, per congelare la situazione. Per questo motivo e' essenziale che in un mercato ci sia sempre la possibilita' che nuovi soggetti possano "invadere" l'orto, evitando che i vecchi concorrenti beneficino della rendita di posizione acquisita alle spalle dei consumatori.

Alcune barriere all'entrata sono di ordine economico: per esempio la necessita' di ingenti investimenti iniziali. Si pensi al mercato degli autoveicoli e ancor di piu' al settore della costruzione di aeroplani (in tutto il mondo ci sono solo due aziende che producono giganti dell'aria, Airbus e Boeing). Chi ha spalle tanto larghe da potersi accollare per i primi anni costi di miliardi e miliardi di euro per investimenti in ricerca, costruzione di stabilimenti giganteschi, ecc.?

Altre barriere all'entrata sono "burocratiche", cioe' dettate da norme. Sono le piu' odiose perche' spesso producono privilegi per pochi soggetti che gravano sulle spalle di altri. L'Italia e' la patria delle barriere burocratiche a tutela di determinati interessi. Alcuni passi in avanti sono stati fatti nel settore della distribuzione, ma siamo ancora lontani da una situazione ottimale. I privilegi garantiti ai farmacisti continuano ad essere tanti, cosi' come quelli riconosciuti ai notai che continuano ad essere una casta a numero chiuso.

Il settore dei taxi, pero', e' forse quello piu' emblematico. Pochi soggetti hanno il potere di rendere piu' difficoltosa la vita a migliaia e a volte milioni di cittadini. Il comparto gode, con la complicita' dei Comuni e l'inettitudine del Governo centrale, di privilegi enormi per il numero chiuso di auto pubbliche che possono circolare. La normativa del settore e' una barriera all'entrata che congela i vantaggi per la casta. Il settore non e' solo protetto dall'ingresso di potenziali nuovi tassisti, ma ci sono specifici vincoli anche alle modalita' di erogazione del servizio. Guai se un tassista della citta' X invade il territorio del comune limitrofo Y. Insomma, le regole del settore impongono barriere anche alla creativita' di un tassista che potrebbe inventarsi un modo particolare di lavorare, con vantaggi per se' e per i consumatori.

Concludiamo con una massima dell'economista Joseph Schumpeter: "Attenzione che il nuovo non nasce dal vecchio, ma il nuovo si affianca al vecchio, lo combatte e lo distrugge".
Un sistema non concorrenziale prima o poi viene scalzato dall'innovazione e il botto del vecchio sara' tanto piu' forte quanto maggiore sara' stata la resistenza al cambiamento.
 
 
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