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La semplificazione normativa del Governo: l'impresa titanica
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Osservatorio legale di Claudia Moretti
15 gennaio 2009 0:00
 
Le migliaia di leggi che si accavallano nell'ordinamento italiano rendono difficilissimo per il cittadino conoscere i propri diritti e farli valere nelle sedi competenti. I risvolti di una non conoscibilita' di fatto delle norme che vigono nel nostro Paese, non consente di muoversi con disinvoltura nelle relazioni giuridiche ed economiche con le quali si ha a che fare anche quotidianamente. O comunque, non senza aver prima speso tempo e denaro per consulenze approfondite o pareri tecnici di difficile soluzione. Alla congerie di disposizioni di leggi e leggiucchie si affianca l'incertezza delle interpretazioni che se ne puo' dare in sede giudiziale. Insomma un caos di norme sovrapposte, sovrapponibili e interpretabili che azzera la certezza del diritto, requisito fondamentale per una ordinata e dinamica vita di relazioni giuridiche fra le persone. Persino l'avvocato piu' esperto e il giudice in carriera corrono forti rischi di non chiarire a se' e al cittadino i dubbi che la situazione legislativa pone, e nessuno di noi "esperti" lo e' mai abbastanza, ne' sicuro di aver completato l'elenco delle disposizioni in materia, frutto di cento e passa anni di stratificata legislazione (vigono in Italia ancora oggi leggi del secondo 1800).
Il Governo lo scorso 22 dicembre, ha licenziato un decreto legge in corso di conversione (dl 200/2008 *), con il quale si mette mano al "grande mostro" che e' il diritto vigente. Non possiamo che applaudire. Gia' in precedenza (Dl. 112 del 2008 e prima ancora con legge 246/2005) il legislatore aveva provveduto a compiere analoghe operazioni di razionalizzazione.
Il Dl 200 si propone di realizzare l'informatizzazione e la classificazione della normativa vigente "per facilitarne la ricerca e la consultazione gratuita da parte dei cittadini". Oggi e' di fatto impossibile accedere alle norme vigenti in modo gratuito e semplice e sicuro, il cittadino deve rassegnarsi a spulciare i siti (non ufficiali) di settore e sperare che siano realmente aggiornati, oppure dovra' rivolgersi a professionisti che hanno a disposizione le banche dati in commercio, costose e di non facile consultazione.
Il Dl 200 abroga, con un allegato, una ingente quantita' di leggi *, anche molto antiche, abrogazione che entrera' in vigore entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto stesso.
L'attuale decreto demanda ad una successivo atto l'individuazione delle normative secondarie implicitamente abrogate insieme alle rispettive leggi primarie. Lo strumento e' quello dell'atto ricognitivo, con il quale l'esecutivo indica cio' che a proprio parere e' "superato" in quanto connesso alle norme eliminate. Sarebbe stato preferibile che l'operazione, anziche' implicita e interpretativa (l'atto ricognitivo non ha di per se' valore legale e non vincola i giudici nell'applicazione della legge) fosse stata programmata con altro e piu' efficace provvedimento, indicante espressamente le disposizioni secondarie che si intende abrogare.
La semplificazione normativa, in ogni caso, deve andare di pari passo con l'effettivita' dell'informazione al cittadino, che e' il primo destinatario delle leggi e il primo a doverle recepire, se se ne pretende da lui il rispetto (ignorantia legis non escusat, ossia la legge non ammette ignoranza). Per far questo e' fondamentale l'accesso di tutti al sistema informatizzato di consultazione di tutte (ma proprio tutte) le leggi, e forse neppure questo e' sufficiente. Chi si trova a dover affrontare una bega giudiziaria sa bene la grave incertezza dovuta alle diverse interpretazioni delle varie norme. Una legge non sempre di per se' "dice qualcosa", ma permette ad un giudice di "dire qualcosa in base" alla norma stessa. Ogni giudice, poi, e' una persona (ogni giudice una testa, si dice in gergo avvocatesco) che decide secondo la propria scienza e coscienza. I contrasti giurisprudenziali spesso si trascinano a lungo irrisolti dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite o dalla Adunanza Plenaria del Consiglio di stato (per le materie trattate nella giurisdizione amministrativa). Insomma, nulla impedisce al Giudice di Pace del paesello di 3000 anime di deviare dall'interpretazione maggioritaria, o alla Corte di Cassazione di mutare orientamento piu' volte in un anno. E il cittadino non sa cosa aspettarsi da una causa o non sa come muoversi nelle proprie relazioni giuridiche.
E allora, a nostro avviso, deve esser fornita, almeno per quello che attiene alle giurisdizioni superiori (ma in un futuro si dovra' estendere e rendere obbligatoria per ogni tribunale d'Italia), lettura integrale informatizzata delle sentenze emesse "in nome del popolo italiano", affinche' si sia in grado di leggere e di conoscere, oltre alla norma teorica, anche la norma pratica.

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