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Strage d’Erba: Olindo e Rosa cosa succede ora?
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Osservatorio legale di Sara Filomena Astorino Landi
19 aprile 2023 9:31
 
Quando si parla della strage d’Erba oppure di Olindo e Rosa si intuisce immediatamente di cosa si parla: uno dei casi di pluriomicidio più famosi in Italia e che ancora oggi occupa pagine e pagine delle cronache nazionali.
Ancora oggi, nonostante la condanna all’ergastolo confermata in tutti i tre gradi di giudizio, in molti sostengono che i due coniugi siano innocenti e che stiano scontando u’ ingiusta pena.

Il caso.
Era l’11 Dicembre 2006 quando nella corte del Condominio del Ghiaccio, sito in Erba, Via Armando Diaz, scoppia un incendio presumibilmente in un appartamento posto al primo piano. 
Il Condominio si componeva di diverse palazzine dove abitava un pompiere volontario che allarmato dal fumo decide di intervenire, dopo aver allertato i Vigili del Fuoco.
Quello che egli trova è qualcosa che lo sconvolgerà per sempre.
A ridosso del pianerottolo vedono il corpo di Mario Frigerio che, fortunatamente, è ancora vivo sebbene abbia la testa all’interno dell’appartamento in fiamme e, sebbene impossibilitato a parlare per via delle ferite al collo, cerca di indicare qualcosa ai soccorritori.
Appena aperta un po' di più la porta i primi soccorritori rivengono il corpo senza vita di Raffaella Castagna.
Purtroppo il fumo diventa sempre più denso ed i soccorritori pur consapevoli che Raffaella Castagna aveva un figlio e pur avendo sentito le grida d’aiuto provenire dal piano superiore devono lasciare l’edificio.
Dopo poco tempo sopraggiungono sul luogo i Vigili del fuoco che, dopo aver domato l’incendio, scoprono altri due cadaveri quello di Paola Galli, madre di Raffaella, del piccolo Youssef Marzouk, figlio di Raffaella, all’interno dell’abitazione sita a primo piano ed un terzo cadavere, quello di Valeria Cherubini, moglie di Mario Frigerio, al piano superiore.
I primi rilievi evidenziarono sia le armi utilizzate per compiere la strage sia che uno degli aggressori era mancino.
Dapprima le indagini si indirizzarono sul marito di Raffaella Castagna, Azouz Marzouk, che, tuttavia, al momento della strage si trovava in Tunisia.
Successivamente le indagini si concentrarono su Olindo Romano e Rosa Bazzi poiché, ormai da tempo, vi era in corso una serrata lite tra loro e la coppia Castagna-Marzouk.
Quello che colpì gli inquirenti, sin da subito, fu che i due coniugi si erano dimostrati disinteressati, entrambi presentavano delle ferite (il marito una ecchimosi alla mano e una all'avambraccio, la moglie una ferita sanguinante ad un dito).
Stante i sospetti vennero disposte delle intercettazioni ambientali da cui non emerse nulla se non che i due coniugi non parlavano mai di quanto accaduto.
Vennero, inoltre, disposti degli accertamenti tecnici urgenti sulla loro automobile che portarono ad una aspra battaglia nelle aule del Tribunale.
Controllando l’autovettura dei coniugi venne rinvenuta una traccia, forse di natura ematica, attribuita a Valeria Cherubini.
Unica traccia ematica rinvenuta nella macchina, nella casa ed anche sugli indumenti dei coniugi.
La contesa sulla macchia ematica.
Da una parte l’accusa sosteneva che questa era l’unica macchia sfuggita ad un’attenta e accurata pulizia posta in essere dai coniugi mentre dall’altra la difesa sosteneva che si trattasse di un chiaro ed evidente episodio di contaminazione.
Le liti precedenti.
Come dedotto in precedenza, tra i coniugi Romano e Raffaella Castagna vi erano stati numerosi diverbi poi sfociati in una causa civile che si sarebbe tenuta due giorni dopo la strage.
Vi era stato un reciproco scambio di accuse e diverbi.
I vicini di casa testimoniano che i Romano avevano creato un clima di terrore nel condominio con liti furiose, minacce verbali, lanci di vasi nei terrazzi altrui, lettere di avvocati.
Più volte le forze dell'ordine erano dovute intervenire e diversi inquilini dello stabile avevano preferito trasferirsi altrove per evitare ulteriori litigi.
Una vicina racconterà che, poco tempo prima della strage, Olindo Romano le aveva consegnato una mole di pagine manoscritte contenenti la loro versione delle liti con Raffaella Castagna e la sua famiglia, chiedendole il favore di dattiloscriverle per lui.
La confessione.
Il 10 Gennaio 2007, i coniugi, sentiti separatamente, confessano di essere gli esecutori della strage.
Confessione che risulta ricca di particolari e che viene ribadita anche davanti al GIP.
Ciò che colpisce della confessione, più che la minuziosità dei dettagli, è che ciascuno dei due si addossò l'intera responsabilità e questo perché i due coniugi sono sempre stati estremamente uniti tra loro, al punto di essere definiti morbosi.

I processi.
La prima udienza del procedimento di Primo grado si tiene il 29 Gennaio 2008 ed in quella occasione, e in successive, si può notare che i due coniugi passano il tempo tra loro.
Sembrano isolarsi nel loro mondo.
Il 18 Febbraio 2008, Olindo accusa i Carabinieri di averlo convinto a confessare, promettendogli in cambio pochi anni di carcere e l'immediata liberazione della moglie Rosa.
Il 28 Febbraio Olindo nuovamente accusa i Carabinieri e chiede di non venire separato dalla moglie.
Le testimonianze dei carabinieri che lo hanno interrogato, confermate dalle registrazioni, rivelano invece che Olindo e Rosa confessarono spontaneamente.
Il 26 Novembre 2008 viene emessa la sentenza di primo grado: i coniugi Romano sono condannati all’ergastolo.
Il 20 Aprile 2010 la Corte d’Appello di Milano confermava l’ergastolo.
Il 05 Settembre 2011 la Corte di Cassazione conferma l’ergastolo.

Sviluppi successivi alla sentenza n. 556/2011 Corte di Cassazione
Rosa Bazzi sta scontando la pena nel carcere di Bollate mentre Olindo Romano sta scontando la pena nel carcere di Opera ed i due sono autorizzati a incontrarsi una volta al mese.
Nell'Aprile del 2011 Marzouk cambia idea e si schiera a favore dell’innocenza dei due coniugi.
Nel Settembre 2012 i due condannati ricorrono dinanzi alla Corte CEDU che respinge il ricorso per assoluto difetto di giurisdizione.
Nel 2013 il pool di difesa dei coniugi Romano intenta il ricorso volto alla revisione del processo di colpevolezza in base alla normativa vigente prevista in materia di revisione del processo dal codice di procedura penale.
Il 16 Settembre 2014 muore, Mario Frigerio.
Nel Marzo 2023 Azouz Marzouk viene condannato per diffamazione a risarcire 70.000 euro a Giuseppe e Pietro Castagna, fratelli di Raffaella Castagna, dopo avere suggerito in un'intervista che la famiglia Castagna fosse responsabile della strage.
La richiesta di riapertura del caso da parte del Procuratore della Repubblica.
Alla luce delle vicende che si sono susseguite dopo la sentenza della Corte di Cassazione questa nuova richiesta di revisione potrebbe sembrare l’ennesimo tentativo di mutare un destino già segnato.
Eppure qualcosa è cambiato perché la richiesta di riaprire il caso sulla Strage di Erba è pervenuta dal sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser.
Bisogna, tuttavia, arginare le notizie che danno per certa una revisione del processo in quanto la richiesta dovrà essere vagliata dal procuratore generale Francesca Nanni e l'Avvocato generale Lucilla Tontodonati, alle quali toccherà dare il via libera alla trasmissione o meno dell'istanza alla Corte d'Appello di Brescia.

La reazione dei difensori di Olindo e Rosa.
Non sappiamo se il pool di difensori dei due coniugi avessero già in animo di presentare un’autonoma richiesta ma di certo l’Avvocato Fabio Schembi, legale della coppia insieme a Nico D'Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello, ha, secondo quanto riferito dall’Ansa, annunciato il deposito della propria istanza.

La reazione dei Fratelli Castagna.
Come accennato,i Fratelli Castagna sono stati accusati da Azouz Marzouk di
essere in qualche modo implicati nella strage ed in alcuni reportage televisivi questa teoria è stata anche avvalorata.
I due fratelli non hanno rilasciato nessuna dichiarazione ai giornalisti tuttavia su Facebook, Pietro Castagna, ha ripostato un post risalente al 2018.
? "Era l'ottobre del 2018, avevo scritto questo. Speravo fosse finita ma ci risiamo. Noi non diremo nulla. Non parleremo più con giornali o altro. Questo era e rimane il nostro pensiero..."
? "Abbiamo vissuto anni di processi, visto decine di periti, ascoltato centinaia di ore di dibattiti, non dieci minuti di trasmissione tra uno stacchetto della Marcuzzi e l'altro - hanno scritto Beppe e Pietro -, ma davanti a una corte di primo grado a Como, di secondo grado a Milano, una corte di cassazione a Roma in anni di processo, tre gradi di giudizio davanti a 26 giudici, davanti a noi parenti delle vittime".
"Premeditazione, movente, confessioni (che io chiamerei rivendicazioni), testimone oculare, tracce ematiche, intercettazioni, ammissioni annotate in carcere: potreste anche non essere convinti di qualcuna di queste cose, ma non potete credere che tutto sia davvero frutto di un complotto"
? "Ora, non sta a noi, né difendere la Procura né gli inquirenti né il loro operato, consentiteci di difendere però la verità, che per noi è solo una, consentiteci di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa, definiti addirittura come 'un gigante buono e una gracile signora'. Questo gigante buono e questa gracile signora hanno ucciso brutalmente nostra madre, nostra sorella, nostro nipotino, la signora Valeria, hanno tentato di uccidere il signor Mario, spezzando pochi anni dopo la sua vita e quella di nostro padre, facendo vivere a me e a Beppe, a Elena e Andrea Frigerio un incubo continuo".

Quali novità rispetto al passato?
La grande novità di questa richiesta è soprattutto, come già detto, che sia stata avanzata dalla Procura (accusa) e non dalla difesa.
In qualche modo è come se fosse un je accuse, come se la Procura stesse ammettendo di aver sbagliato.

Quali sarebbero i presunti errori?
Partiamo col dire che l’istanza sembrerebbe essere stata presentata sulla base di nuovi elementi presentati dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Parliamo di relazioni firmate da una quindicina di esperti che riguardano le intercettazioni ambientali di quando Frigerio era in ospedale e che non sono mai entrate nel procedimento, oppure gli audio e i video prima della confessione della coppia, i filmati girati in carcere dal criminologo Massimo Picozzi, allora consulente della difesa, e anche una relazione di un genetista secondo cui quella traccia ematica individuata sul battitacco dell'auto di Olindo Romano sarebbe stata una "suggestione ottica".

Cosa succederà adesso?
Forse tutto o forse niente.
Come già detto la presentazione dell’istanza non significa automaticamente che vi sarà una revisione.
• Il Procuratore Generale Nanni e l’Avvocato Generale Tontodonati dovranno decidere se
trasmettere o meno gli atti alla Corte d'Appello di Brescia.
• Potrebbero, quindi, decidere di non trasmettere gli atti e quindi vi sarà stato tanto rumore per nulla;
• Potrebbero, di converso, decidere si trasmettere gli atti alla Corte Bresciana che dovrà valutare se sono ammissibili.
• Se gli atti saranno dichiarati inammissibili allora nulla di fatto;
• Se gli atti saranno dichiarati ammissibili si aprirà un nuovo processo.
 
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