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Maternità surrogata: i diritti dei bambini
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Articolo di Sara Astorino
17 marzo 2021 12:14
 
Analizziamo due sentenze della Corte Costituzionale, n. 32 e n. 33 del 2021, che hanno affrontato il tema della maternità surrogata che, si ricorda, è pratica illegale in Italia.
Con entrambe le sentenze la Corte afferma che “l’interesse superiore del minore a veder riconosciuto il legame di filiazione anche con il genitore non biologico, deve essere bilanciato con lo scopo legittimo dell’ordiname nto a disincentivare il ricorso alla pratica della maternità surrogata, penalmente sanzionata.”
La Corte Costituzionale, pertanto, ha escluso la possibilità di trascrivere le sentenze straniere relative al riconoscimento dei figli nati da madre surrogate ma, circostanza importantissima, ha chiesto al Legislatore di intervenire sul tema affinché venga creata una speciale procedura di adozione che tuteli il minore.
E’ evidente come quella che apparentemente sembrava essere una decisione negativa, in realtà apre una strada per tutelare i bambini nati tramite il ricorso alla maternità surrogata.
Il caso
Una coppia omosessuale italiana unita in matrimonio in Canada, avendone la possibilità ha deciso di ricorrere alla maternità surrogata.
L’embrione si formava tramite i gameti di una donatrice anonima e di uno dei due uomini. L’embrione veniva impiantato nell’utero di una diversa donna affinché portasse avanti la gravidanza.
Al momento della nascita il bambino veniva consegnato alla coppia.
Nell’atto di nascita, tuttavia, veniva indicato esclusivamente il nominativo del padre biologico.
Questa scelta non era condivisa dalla coppia che desiderava, invece, che entrambi risultassero genitori del bambino, e per questo si rivolgevano alla Corte Suprema della British Columbia. Il ricorso veniva accolto e i due uomini venivano dichiarati genitori del bambino.
Rientrati in Italia gli stessi chiedevano che l’atto di nascita venisse trascritto successivamente al riconoscimento dello stesso.
Nessun problema si presentava in Tribunale poiché la Corte di Appello di Venezia accoglieva il ricorso avverso il quale l’Avvocatura dello Stato proponeva ricorso per Cassazione. Che, sollevava la questione di legittimità: non si può riconoscere e rendere esecutivo il provvedimento straniero in quanto in Italia la maternità surrogata è vietata.
Si metteva, quindi, in discussione la possibile di poter riconoscere giuridicamente il legame tra il bambino e il genitore non biologico, quello che viene chiamato genitore d’intenzione.
La difficoltà interna alla Corte di Cassazione
Va precisato che la questione di legittimità costituzionale è stata sollevata anche in virtù di un contrasto sorto all’interno della stessa Corte di Cassazione.
La Corte, Sezione Unite, con la sentenza n. 12193/2019, https://www.neldiritto.it/appgiurisprudenza.asp?id=17018..., aveva escluso il riconoscimento dell’efficacia del provvedimento straniero con cui si sia dichiarato il rapporto di filiazione tra il bambino nato con la maternità surrogata ed il genitore d’intenzione.
Secondo la prima sezione della Corte di Cassazione, chiamata a decidere sul caso, la posizione assunta dalle SU nel 2019 sarebbe stata in contrasto con i seguenti articoli della Costituzione: art. 2, 3, 30,31 e 117.
La decisione della Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale ha riconosciuto chiaramente l’esistenza di un vuoto normativo e, per tale ragione, ha sollecitato un intervento da parte del Legislatore.
Si tratta di un grande cambiamento. In precedenza la stessa Corte si era semplicemente limitata a ribadire che la scelta di decidere sull’omogenitorialità spettava esclusivamente al Legislatore.
In questa occasione la Corte precisa che “non sarebbe più tollerabile il protrarsi dell’inerzia legislativa, tanto è grave il vuoto di tutela del preminente interesse del minore”.
Ed ancora la Corte ipotizza soluzioni che consentirebbero di risolvere anche il nodo connesso alla nascita dei figli nati a seguito del ricorso alla procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo in coppie di donne.
In conclusione possiamo osservare che la spinta al riconoscimento dei diritti, e la strada da seguire, viene nuovamente indicato dalla giurisprudenza al Legislatore.
Nuovamente, e con rammarico, osserviamo che l’Avvocatura dello Stato ha proposto ricorso in Cassazione per bloccare la trascrizione di un provvedimento che consentiva ad una coppia di poter essere riconosciuti entrambi genitori del bambino che entrambi stavano crescendo.
 
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