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In vacanza sulle spiagge dell'Arabia Saudita?
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Articolo di Redazione
9 agosto 2017 8:42
 
 Davanti ad un futuro di automobili elettriche e benzina economica, l’Arabia Saudita si da’ da fare per sviluppare un’economia che non dipenda solo dal petrolio. Il Fondo sovrano del regno ha annunciato la costruzione di un complesso turistico in 50 isole situate al largo dei 200 Km della sua costa nord-occidentale del mar Rosso, cosi’ come fa sapere un loro comunicato ripreso dalla BBC.
Arenili intatti e spiagge vergini, barriere coralline nei fondali, vulcani inattivi in un parco naturale e resti storici della cultura nabatea, dichiarata patrimonio dell’umanita’ dall’Unesco, confermano lo scenario paradisiaco con cui il Fondo di Investimento Pubblico (PIF) saudita intende attrarre un milione di visitatori internazionali ogni anno a partire dal 2022. Ma prevede di stabilire una “zona semiautonoma”, a cui si potra’ accedere senza visto, gestita da una legislazione “in linea con gli standard internazionali”.
Sara’ possibile quindi fare il bagno in bikini o gustare un cocktail al bordo del mar Rosso saudita? In Arabia Saudita l’alcool e’ vietato e le donne devono coprirsi dalla testa ai piedi nei luoghi pubblici. Nello stesso tempo non possono guidare ne’ spostarsi da sole, tra le altre restrizioni. La Commissione per il Turismo del regno non ha dato nessuna risposta chiara a questa questione centrale. I promotori del progetto insistono che l’enclave -di una superficie equivalente al Belgio- sara’ retta da “norme proprie ed avra’ “un quadro normativo preparato e applicato da un comitato direttivo privato”.
Resta da vedere se gli ultrareligiosi dirigenti sauditi accetteranno che si contravvenga agli stretti costumi del Paese arabo nella nuova zona turistica per stranieri in prospettiva di una economia prospera e diversificata.
E’ previsto che il complesso turistico dara’ vita a 39.000 posti di lavoro e contribuira’ con 4.000 milioni di dollari (3.400 milioni di euro) al prodotto Interno Lordo. I sauditi piu’ moderni e accomodanti non hanno una possibilita’, per ora, per poter fare il bagno senza restrizioni, se non andare nelle spiagge dell’Egitto che sono nello stesso mar Rosso, o nelle molto piu’ liberali coste della Turchia.
Il fondo sovrano PIF, con un capitale di 183.000 milioni di dollari, prevede i primi investimenti nel megacomplesso costiero a partire dal 2019. Spera di poter fare affidamento, per il capitale, sulla partecipazione delle grandi catene alberghiere internazionali, con l’obiettivo di stabilire un modello di “turismo di lusso che venga da tutto il Pianeta”, che cerchi trattamenti per il benessere ed uno spazio esclusivo.
Dietro questa iniziativa c’e’ la mano del principe ereditario Mohamed bin Salman, di 31 anni, che dirige i piani del Paese per avviare un’economia non dipendente dal petrolio. Lo scorso mese di giugno, il re Salman ha rimosso dalla linea ereditaria suo fratello Mohamed bin Nayef per designare invece suo figlio, al contrario di quanto prevede la tradizione, come delfino per il trono. La cosiddetta Vision 2030 riassume la strategia del principe Mohamed, considerato l’uomo forte della dinastia.
Le riforme economiche portano anche cambiamenti sociali. La tensione comunque e’ presente grazie agli influenti chierici wahhabiti, custodi di una versione estremamente conservatrice dell’Islam, e le giovani generazioni, che hanno una finestra del mondo attraverso Internet e le reti sociali.
L’Arabia Saudita e’ gia’ un po’ abituata a ricevere visitatori stranieri (circa 2 milioni nel 2016), anche se quasi tutti sono pellegrini musulmani che vanno a La Mecca e a Medina. Ma e’ gia’ diverso tempo che ha delle zone separate dalla popolazione locale, dove i professionisti occidentali espatriati, come quelli legati al settore degli idrocarburi, possono avere abbigliamento e comportamenti piu’ consoni alle loro culture.

(articolo di Juan Carlos Sanz, pubblicato sul quotidiano El Pais del 09/08/2017)
 
 
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