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 ITALIA - ITALIA - Caso Cucchi. Sappe querela sorella
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Notizia 
3 novembre 2014 16:42
 
Il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) ha depositato a Roma una querela nei confronti di Ilaria Cucchi. A renderlo noto e' Donato Capece, segretario generale del sindacato, sostenendo che "l'insieme delle dichiarazioni diffuse da Ilaria Cucchi pare, con ogni evidenza, voler istigare all'odio e al sospetto nei confronti dell'intera categoria di soggetti operanti nell'ambito del comparto sicurezza, con particolare riferimento a chi, per espressa attribuzione di legge, si occupa della custodia di soggetti in stato di arresto o detenzione. Questo non lo possiamo accettare. Abbiamo deciso di adire le vie legali nei confronti della signora Cucchi a difesa dell'onore e del decoro della polizia penitenziaria".
"Dopo essersi improvvisata aspirante deputato - ricorda Capece - aspirazione che tale e' rimasta grazie al voto degli italiani, prendiamo atto che Ilaria Cucchi vorrebbe ora vestire i panni di pubblico ministero, magari consegnando quelli da giudice al suo difensore Fabio Anselmo, per confezionare una sentenza sulla morte del fratello Stefano che piu' la soddisfi ma che non e' la risultanza delle sentenze di primo grado e di appello. Bisogna finirla con essere garantisti a intermittenza, rispettando le sentenze solo quando queste fanno comodo. Bisognerebbe mostrare pubblicamente anche le 250 fotografie fatte prima dell'esame autoptico (che dimostrano che sul corpo di Stefano Cucchi non c'era nulla) e non sempre e solo quella, terribile, scattata dopo l'autopsia e che presenta i classici segni del livor mortis. E quali sono le presunte nuove prove sulla morte del giovane che non sono state portate in dibattimento? ".
Secondo il segretario, il Sappe "per scelta ha avuto fino ad oggi un 'profilo basso' sulla vicenda" ma "non accetta giudizi e illazioni contro la polizia penitenziaria, i cui appartenenti sono stati assolti due volte dalle gravi accuse formulate nei loro confronti". "Pretestuosa" anche l'idea di intitolare una strada di Roma a Stefano Cucchi: "E' una proposta demagogica e strumentale. A parte che non possono intitolarsi strade o vie a chi e' morto da non meno di dieci anni, lo dice la legge, mi chiedo quali siano le benemerenze verso la nazione di Stefano Cucchi idonee a legittimare tale singolare richiesta. Ma quante sono, a Roma, le strade dedicate alla memoria degli appartenenti alle forze di polizia e di soccorso pubblico morti per mano della criminalita' o, appunto, nel corso di interventi di soccorso?".
 
 
 
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