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 ITALIA - ITALIA - Cassazione: 'italiano di m...' non denota razzismo
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Notizia 
27 marzo 2010 10:12
 
Dire a qualcuno 'italiano di m.' e' una ingiuria a tutti gli effetti ma e' meno grave che apostrofare qualcuno come 'negro..'. Parola di Cassazione secondo la quale l'espressione in questione, pur condannabile come ingiuria, non ha, a differenza dell'altra, una connotazione "razzista" dal momento che "italiano, nel comune sentire nel nostro territorio e' stragrande maggioranza e classe dirigente che non da' luogo a pregiudizio corrente di inferiorita'". Ecco perche' la Quinta sezione penale (sentenza 11590) ha bocciato il ricorso della Procura di Trieste che chiedeva una condanna piu' grave per un immigrato residente a Pordenone, Onkar S., multato con 900 euro per avere ingiuriato Mauro C. dandogli dell'italiano di m.'.
Gia' il giudice di Pace di Pordenone, nel dicembre 2008, aveva condannato con una multa di 900 euro Onkar S. per i reati di ingiuria, percosse e minaccia nei confronti di Mauro C.. Una condanna senza aggravanti contro la quale ha fatto ricorso senza successo in Cassazione la Procura di Trieste. Piazza Cavour ha respinto il ricorso e ha evidenziato che "dalla sentenza impugnata non si desume che la frase ingiuriosa 'italiano di m.' fosse stata pronunciata consapevolmente per finalita' di discriminazione, di odio nazionale razziale o di conflitto tra persone a causa della etnia, non risultando che l'imputato avesse manifestato odio e sentimenti similari connaturati da una situazione di inferiorita' degli italiani".
Anche perche', annota piazza Cavour, "non si puo' ritenere che il riferimento all'italiano', nel comune sentire, nel nostro territorio, in cui italiano e' stragrande maggioranza e classe dirigente, sia correlato ad un sentimento che puo' dare luogo ad un pregiudizio corrente di inferiorita'". Una espressione, dunque, non equiparabile a 'negro..' o 'sporco negro', dice piazza Cavour, perche' quest'ultima "rivolta a persona di pelle scura integra gli estremi di ingiuria aggravata dalle finalita' di discriminazione o di odio etnico".
L'epiteto in questione, invece, insiste la Cassazione, non merita l'aggravante perche' "il termine 'italiano', accoppiato alla parola ingiuriosa, puo' essere letto come individualizzazione di una persona singola nei cui confronti si ha disistima, piuttosto che come riferimento ad una identita' etnica in quanto facente parte di una comunita' nazionale, quella italiana, che proprio nel nostro paese puo' essere correlata ad una situazione di inferiorita' o suscettibile di essere discriminata".
 
 
 
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