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"Il digitale terrestre propagandato come forma di pluralismo si rivela un'affermazione di monopolio, una vera beffa anche per chi straparla di federalismo, culture, dialetti, identita' del territorio". Lo scrive Famiglia Cristiana che dedica l'editoriale alle norme che mettono "a rischio di chiusura oltre 200 emittenti locali, quasi tutte di ispirazione cattolica, costrette a cedere le frequenze ai gestori di telefonia o ai grandi network". "Una tele-mattanza" denunciata nei giorni scorsi dal quotidiano della Cei, Avvenire, che ha avviato una campagna in difesa delle emittenti locali alla quale aderisce oggi anche Famiglia Cristiana." Prevalgono solo intese sottobanco e spartizione di potere. Con la sottomissione agli interessi del 'principe'", rileva il settimanale che sembra voler alludere al premier Berlusconi e comunque se la prende anche con "quei politici che si accreditano come paladini del cristianesimo" ma "non comprendono l'importanza della democrazia, del rispetto delle istituzioni e del pluralismo di informazione"."Spiace constatarlo, ma - conclude l'articolo - in questa 'telemattanza', cosi' l'ha definita Avvenire, i politici cattolici peccano di connivenza. Con il silenzio e la sudditanza".