E' stato un bene, ma e' durato poco. Pian piano, in modo discreto, il Governo cinese sta bloccando l'accesso ai siti liberati in seguito alle proteste dei giornalisti durante le Olimpiadi di Pechino. Dall'inizio di dicembre, il sito della BBC in cinese, Reporter Senza Frontiere, Asiaweek e numerosi web di Hong Kong e Taiwan sono inaccessibili al cittadino medio. Secondo il New York Times, il portavoce del ministero degli esteri ha giustificato la misura con la presunta violazione delle leggi cinesi da parte dei siti, senza specificare quali siano le vittime della censura. In concreto, Liu Jianchao ha dichiarato che attraverso i siti censurati si pubblicizzava l'esistenza di due Cine, riferendosi al contenzioso tra Governo di Pechino e Taiwan. E comunque si e' difeso dicendo che la Cina non e' l'unico Stato al mondo a limitare l'accesso a Internet.