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 SVIZZERA - SVIZZERA - Internet e liberta' espressione. Sentenza: protezione fonti anche per blogger
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Notizia 
15 novembre 2010 13:14
 
I mezzi di comunicazione non devono essere costretti a rivelare gli indirizzi IP di chi partecipa ai loro blog, nemmeno se i commenti sono diffamatori. Lo ha deciso il Tribunale federale svizzero respingendo un ricorso. E' una sentenza in linea con decisioni precedenti della stessa Corte, che riconosce ai media un ruolo di "guardiano".
I fatti: un internauta aveva espresso un'opinione diffamatoria nei confronti di una terza persona su un blog della Tv svizzera tedesca SF, identificandosi solo con le iniziali. La persona offesa aveva sporto denuncia contro l'anonimo per diffamazione e abuso dei sistemi di comunicazione. La procura di Zugo aveva chiesto a SF di consegnarle l'indirizzo IP per risalire all'identità del blogger, ma l'emittente si era rifiutata di fornirlo in nome della protezione delle fonti. L'ultima istanza, il Tribunale Federale, il 10 novembre ha dato ragione all'emittente tv: la protezione della fonte e il segreto editoriale sono importanti indipendentemente dal caso concreto.
L'indomani, il consulente legale della televisione ha spiegato che il tribunale ha definito questo tipo di blog una forma di contenuto editoriale. Bisognava infatti stabilire se il messaggio servisse a informare o a intrattenere. Due dei cinque giudici non l'hanno considerata un'informazione in rapporto al programma trasmesso, e dunque non meritevole della tutela garantita dalla legge sulla protezione delle fonti. Però, alla fine, il Tribunale federale ha deciso che fosse più importante proteggere la libertà d'espressione.
Ma quand'anche la Corte avesse ritenuta fondata la richiesta di fornire l'IP, non è detto che si sarebbe risaliti all'identità del blogger. Esistono infatti molte possibilità per pubblicare commenti da reti condivise o pubbliche.
Come viene regolamentata altrove la diffamazione online?
In Gran Bretagna, la Corte Suprema può ordinare sia ai fornitori di servizi internet sia ai mezzi di comunicazione di trasmettere l'identità dei blogger anonimi. Ma in questo periodo si sta discutendo di riformare la normativa.
Irlanda: nel 2006 la Corte Suprema si rifiutò di ordinare la trasmissione dell'identità di alcuni piloti di Ryanair che avevano pubblicato dei commenti sul sito di un sindacato.
Negli Stati Uniti esistono normative federali. Così, se nel 2009 un quotidiano dell'Illinois pubblicò l'identità di cinque persone che avevano commentato un suo articolo su un presunto assassino, e se nel Montana alcuni blogger hanno dovuto testimoniare in un processo per duplice omicidio, nel Texas e in Florida i giudici hanno deciso di proteggere l'identità dei blogger anonimi.
 
 
 
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