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 ITALIA - ITALIA - Liberta' espressione: quando Questura fa rima con censura. Il caso di 'Indipendenza Veneta'
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Notizia 
7 maggio 2010 18:47
 
Comunicato di Indipendenza Veneta
La Questura di Venezia, attraverso il Gazzettino di oggi, annuncia che nega l'autorizzazione a manifestare per commemorare l'impresa dei Serenissimi.
Bene, ma la cosa non ci riguarda. “Indipendenza Veneta” non effettuerà nessuna manifestazione ma una conferenza stampa di commemorazione del sacrificio patriotico dei Serenissimi, l’8 maggio alle ore 12, ai piedi del famoso Campanile.
Qualcuno pensa di proibire la conferenza stampa? Sarebbe una sorprendente e incredibile novità.
Albert Gardin
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Al Questore di Venezia / Al Prefetto di Venezia / Al Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Venezia / Al Sindaco di Venezia / Al Ministro degli Interni / Alle redazioni dei giornali interessati
Con la presente si produce ricorso contro il decreto Cat. Gab./A4/2010, datato 6 maggio 2010 del Questore di Venezia, Della Rocca, per le seguenti ragioni:
a) la Costituzione italiana negli artt. 17, 18 e 21 riconosce e tutela prioritariamente la libertà di riunione, di associazione e di espressione;
b) l’art. 18 del Regio Decreto del 18 giugno 1931 invocato nel provvedimento costituisce offesa alla coscienza democratica e repubblicana e ostacolo all’esercizio dei diritti, attentato alla democrazia;
c) altrettanto vale per il decreto prefettizio richiamato nel provvediment, là dove volesse limitare pretestuosamente la libertà di espressione, manifestazione o associazione in alcuni punti della città di Venezia;
d) la “manifestazione” di Indipendenza Veneta non è altro che una conferenza stampa, indetta per commemorare il fatti del Campanile del 1997 e non si capisce come l’autorità di PS possa vietare legalmente una conferenza stampa; in base a quale principio o diritto;
e) non è mai stato prospettato nessun tipo di occupazione di suolo pubblico, dato che la conferenza stampa sarà effettuata in piedi e in un luogo non fisso.
Per tutto ciò si chiede l’annullamento del provvedimento, augurandoci, piuttosto, che la forza pubblica partecipi ai fatti tutelando il diritto civile e costituzionale a manifestare democraticamente anziché sforzarsi a impedirne o a contrastarne di fatto l’esercizio.
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Il presente atto viene spedito in copia alla Procura della Repubblica di Venezia perché esamini nei fatti esposti l’eventualità di reati commessi. Nel caso, annunciamo la volontà di costituirci parte civile contro i responsabili di violazioni di legge.
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Ribadiamo infine che domani 8 maggio 2010, alle ore 12 saremo in Piazza San Marco, a disposizione della stampa per commemorare l’impresa dei Serenissimi, come pagina significativa della Storia italiana. Lo Stato  non commemora ufficialmente l’impresa dei mercenari garibaldini autori di stragi, uccisioni, furti e attentati ad autonome e libere istituzioni italiane, quelle del Sud Italia? Se lo Stato celebra il terrorismo e la pirateria perché non dovremmo noi commemorare il sacrificio civile di cittadini, i Serenissimi, che hanno rivendicato, senza misfatti, il rispetto per la storia e per la cultura dei Veneti?
 
 
 
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