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 MONDO - MONDO - Liberta' stampa. RSF: 38 i predatori nel mondo
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3 maggio 2011 19:25
 
 In alcuni Paesi del mondo anche la liberta' di stampa puo' essere a rischio di estinzione, vittima di 'predatori' che possono avere il volto di governi, organizzazioni criminali o terroristiche, milizie o leader religiosi. La ong francese Reporters sans frontieres (Rsf) ne ha classificati 38, minacce al diritto di informazione che si annidano ovunque: dai regimi arabi ai narcos messicani, dai governi di Cina e Zimbabwe all'Eta. Ma tra i predatori, trovano il loro spazio anche le mafie italiane: Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita.
Le organizzazioni criminali, ricorda Rsf nel suo rapporto 'Predatori della Liberta' di Stampa nel 2011' presentato oggi a Milano, costringono a una vita costantemente sotto scorta 14 giornalisti italiani - il piu' celebre e' lo scrittore Roberto Saviano - e ne minaccia ogni anno oltre cento. Obiettivi delle mafie infatti sono anche 'giornalisti e scrittori che si ritrovano anche loro sulla linea di fuoco non appena provano a raccontare delle mafie italiane', scrive la ong.
Il documento cita i casi piu' famosi (oltre a Saviano, l'ex corrispondente da Palermo per l'ANSA e ora all'Espresso Lirio Abbate e la cronista del Mattino Rosaria Capacchione) e non risparmia una stoccata al presidente del Consiglio. 'Il loro rischioso lavoro - prosegue la scheda dedicata all'Italia - non ha il supporto del premier Silvio Berlusconi che nel novembre 2009 disse che gli sarebbe piaciuto strozzare scrittori e registi che hanno dato dell'Italia una cattiva immagine focalizzandosi sulla mafia'. Il riferimento e' alla frase del Cavaliere pronunciata durante un convegno organizzato dall'Enac all'aeroporto di Olbia con cui il premier si scaglio' contro gli autori della serie tv de La Piovra e di libri sulla mafia.
Intanto i numeri disegnano un quadro preoccupante per la liberta' di stampa nel mondo: sono 18 i giornalisti uccisi in questo inizio di 2011 (con in testa l'Iraq e la Libia), nel 2010 furono 57 e quasi altrettanti (51) quelli rapiti, 535 i cronisti arrestati e oltre 1.300 quelli aggrediti o minacciati. Anche il giornalismo web e il mondo dei blogger non se la passano meglio.
I numeri di Rsf parlano di 128 cyber-dissidenti imprigionati e di 62 Paesi in cui la Rete convive con la censura.
I 'predatori' infatti si annidano ovunque. La lista, pubblicata per il 10/o anno consecutivo in occasione della Giornata Mondiale della Liberta' di Stampa, spazia dal leader libico Gheddafi al cartello della droga di Sinaloa in Messico, dal talebano mullah Omar al premier russo Vladimir Putin, da Raul Castro al presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, dal cinese Hu Jintao alle milizie islamiste somale, dal nord-coreano Kim Jong Il alle forze di sicurezza palestinesi (sia di Hamas, sia dell'Anp), dall'esercito israeliano agli iraninani Ali Khamenei e Ahmadinejad, fino al siriano Bashar al Assad e alla casa regnante saudita.
(di Pierpaolo Lio per agenzia Ansa)
 
 
 
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