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 ITALIA - ITALIA - Limitazione della libertà di critica contro Berlusconi, il Governo rinvia giro di vite
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Notizia 
18 dicembre 2009 10:47
 
Rinvio per il giro di vite su web e manifestazioni. Il disegno di legge - messo a punto dagli uffici del Viminale dopo l'aggressione di domenica scorsa al premier Silvio Berlusconi - e' stato esaminato dal Consiglio dei ministri, ma l'approvazione e' stata rimandata. Su alcuni punti del provvedimento si sono infatti registrate divergenze tra i ministri ed il via libera al provvedimento e' cosi' slittato.
C'e' una frenata, dunque, per queste misure che inizialmente avrebbero dovuto essere inserite in un decreto legge. Poi, anche in seguito alle pressioni del Quirinale (ieri pomeriggio il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha ricevuto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che gli ha illustrato la bozza del provvedimento), si e' deciso di optare per la via del disegno di legge. Oggi la discussione ed il rinvio. Maroni ieri lo aveva premesso: si tratta di temi 'controversi' sui quali 'ho registrato opinioni al 50% favorevoli e al 50% contrari in modo trasversale'. E le diversita' di opinioni sono emerse anche oggi nella discussione in Consiglio dei ministri.
Il titolare del Viminale ha illustrato il ddl con tre articoli messi a punto dai suoi uffici e le possibili varianti.
Per quanto riguarda le manifestazioni il testo introduce due nuovi reati - impedimento o turbativa di riunione politica e sindacale e lancio di oggetti in caso di riunione pubblica - ed estende a tutto l'anno il divieto di svolgimento di cortei e sit-in di schieramenti diversi nello stesso luogo (ora valido solo nei 30 giorni che precedono le elezioni politiche). Sul web si attribuisce all'autorita' giudiziaria il compito di intervenire in presenza di contenuti in cui sono ravvisabili l'istigazione a delinquere e l'apologia di reato. E' seguito un vivace dibattito in cui i ministri hanno esposto le proprie posizioni. In particolare, sul primo tema, sarebbe emerso un partito della linea dura, guidato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, che vuole il pugno di ferro contro chi disturba cortei o sit in, ad esempio con fischi e slogan, anche senza ricorrere ad atti violenti. Altri, invece, vorrebbero delimitare meglio la norma, per colpire con durezza solo i casi in cui il dissenso viene espresso con violenza. Analoga diversita' di vedute si e' registrata sul web: da un lato c'e' chi vuole oscurare i siti che ospitano contenuti 'violenti' punendo in modo fermo autori e gestori; dall'altra quelli che (come il ministro per la Gioventu' Giorgia Meloni) sono invece per trovare una formula che non colpisca in modo indiscriminato la liberta' di espressione sul web.
Il confronto e' stato dunque animato e si e' deciso di approfondire i punti piu' controversi per cercare una quadratura. Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, alla fine, ha parlato di 'primo avvio di discussione' per un provvedimento sul quale c'e' un 'sostanziale accordo', ma che necessita di 'aggiustamenti'.
Da parte sua il presidente del Senato, Renato Schifani, ha sottolineato la necessita' di 'rigettare tutte quelle eccitazioni che vediamo pubblicate sui siti come Facebook che sono dei veri e propri inni all'istigazione, alla violenza.
Negli anni '70, gli anni di piombo e del terrorismo, abbiamo avuto momenti bui. Ma non vi erano momenti aggregativi pericolosi come esistono oggi attraverso l'uso di questi siti.
Qualcosa va fatto, perche' non si puo' accettare che si pubblichino istigazioni all'odio violento'. Mentre il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ha suggerito alla maggioranza 'grande cautela perche' noi siamo molto molto perplessi verso certe limitazioni'.
 
 
 
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