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 USA - USA - Militari gay. Giudice blocca legge discriminatoria
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Notizia 
13 ottobre 2010 9:09
 
Un giudice federale ha bloccato l'applicazione della legge 'don't ask, don't tell' che mette al bando dalle forze armate i militari che ammettono di essere gay.
La decisione della giudice Virginia Philips e' stata accolta come una 'pietra miliare' dagli attivisti gay perche' ha il potere di mettere al bando una consuetudine in atto da 17 anni che considerano discriminatoria nei confronti degli omosessuali.
Il ministero della giustizia Usa ora ha 60 giorni di tempo per presentare appello. Ma secondo esperti legali, non e' costretto a farlo.
La giudice Virginia Phillips, ha dichiarato la legge incostituzionale, dopo un processo lungo due settimane. Con tale giudizio e' stato accolto il ricorso presentato da Log Cabin Republicans, un gruppo a difesa dei diritti degli omosessuali, contro l'amministrazione.
'Questa sentenza - ha detto Dan Woods, consulente dell'associazione - rappresenta una vittoria storica della nostra organizzazione e riafferma i diritti costituzionali dei gay e delle lesbiche con le stellette che combattono e muoiono per il nostro Paese'.
I legali del governo, durante il dibattimento, hanno obiettato che un cambio di questo tipo, cosi' brusco, rischia di danneggiare le operazioni militari sul campo di battaglia, soprattutto ora, con fronti di guerra ancora aperti. Per questo hanno chiesto al giudice di limitare la sua decisione ai soli membri della Log Cabin Repubblicans, cioe' 19 mila militari in carriera o in pensione. Inoltre, a loro giudizio, sarebbe stato giusto che su un tema di questo tipo fosse il Congresso a dire l'ultima parola, e non un giudice.
Richieste pero' tutte bocciate dalla Corte Federale.
Secondo il giudice, la legge non aiuta la preparazione dei militari, anzi 'ha un effetto diretto e deleterio', sull'intero comparto della difesa, visto che indebolisce il reclutamento in tempo di guerra e scarta dal servizio molte persone dalle grandi capacita'. Per Virginia Phillips, il principio 'don't ask, don't tell', viola la liberta' d'espressione.
Su questa materia grava il voto di medio termine. Se il 2 novembre, come appare scontato, i repubblicani avranno la meglio aumentando la loro presenza nel Congresso, sara' difficile che una legge che blocca questo principio venga approvata.
 
 
 
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